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La rivolta sapiente: “Le letture tendenziose” di Franco Antonicelli

Franco Antonicelli

Le letture tendenziose

Roma, e/o, 2021

 

Preziosa riproposta, nella collana di pensiero radicale diretta da Goffredo Fofi, di una conferenza di Antonicelli ai portuali di Livorno, con consigli di lettura niente affatto scontati di un critico letterario ed editore raffinato ed intellettuale impegnato.

Che nel 1967 si inaugurasse una Biblioteca dei Portuali e che Antonicelli abbia voluto affidare a Livorno tante delle sue carte (la Fondazione a lui intitolata vi ha sede) sono già contrassegni di un’altra stagione italiana, ricca di speranze di emancipazione e giustizia sociale. Antonicelli, che è stato tra i protagonisti della Resistenza azionista piemontese ed editore di Se questo è un uomo di Primo Levi dopo il rifiuto einaudiano, è in quel momento politicamente impegnato e verrà eletto nel 1968 senatore della Sinistra indipendente.

Agli operai parla del Vietnam e della Cina, dove è stato in delegazione con Piero Calamandrei nel 1955, raccomanda di leggere Dove va la Cina? d Robert Guillain, che ha conosciuto proprio durante quel viaggio, e si interroga su come sarà la Cina tra vent’anni: “Fra vent’anni, i giovani portuali e i loro figli si troveranno ad affrontare questo problema. Non è giusto che vi sia nella vostra biblioteca un libro simile?”. Raccomanda anche Lettere dall’America di Salvemini, “un libro drammaticissimo e bello”, per le speranze deluse riposte nel rinnovamento dell’Italia, così come libri che facciano i conti con “il sonno della Sicilia”, come Il Gattopardo o i romanzi di Sciascia.

Ma soprattutto libri che aiutino i lavoratori a diventare classe dirigente, come Lettera a una professoressa, che era appena stato pubblicato: “un libro stupendo di cui io onestamente non saprei citarvi neanche una cosa perché è tutto da citare: da cima a fondo è un continuo nutrimento di parole di rivolta sapiente. La cosa più bella, la rivolta sapiente, la rivolta della saggezza, la rivolta che vi tormenta”.

Non solo libri politici, libri sociali, libri-problema però. La poesia è fondamentale: “la poesia, per strade invisibili, per strade non immediatamente conoscibili, risveglia la coscienza, e quando risveglia la coscienza il portuale non è più uno scaricatore di porto, è un cittadino, ed è anzitutto una cosa sola: è un uomo con la sua dignità di uomo”.

Lui grande appassionato di Gozzano e di Carducci, chiude la conferenza con la lettura di una poesia di Neruda.

Il librino è corredato da uno scritto di Bobbio del 1984 che ci offre un ritratto dell’amico, dell’intellettuale, del letterato e dell’uomo d’azione, illuminandone “il contributo disinteressato a formare quella società invisibile dell’intelligenza, la cui presenza, pur nella sua fragilità, rende più tollerabile la vita”.

(Silvia Calamandrei)

 

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