Una sintesi del Convegno dell’Università per Stranieri di Siena del 24 novembre 2017
La diffusione della letteratura cinese in Italia: il ruolo dei traduttori
Convegno Università per stranieri di Siena, 24 novembre 2017
(per il programma: http://www.biblioteca.montepulciano.si.it/node/932/edit)
Una sintesi
Un convegno sul ruolo dei traduttori dal cinese,organizzato da Anna Di Toro all’Unistrasi di Siena, si è rivelato un intenso momento di scambio di esperienze e riflessioni grazie ad un programma ben costruito e agli interventi mirati e concreti.
Ha introdotto Yuan Jifeng, dell’Università di Chongqing, sulla traduzione della letteratura italiana in Cina, meno rilevante di quella di altri paesi, anche per scarsità di coordinamento e incoraggiamento da parte delle nostre istituzioni, a paragone con l’iniziativa di promozione di Francia, Gran Bretagna, Stati Uniti, Germania, ecc. Un altro aspetto critico è la qualità delle traduzioni, più scadente rispetto a quelle del passato, della generazione dei letterati formatasi sotto l’impulso de 4 maggio. Il risveglio della Cina dal suo lungo sonno, auspicato da Lu Xun, è avvenuto anche grazie alla conoscenza della letteratura occidentale.
Il professor Yuan ha fatto riferimento alle diverse versioni della Divina Commedia di Dante: ne esistono ben sette, e a suo parere la migliore è quella del poeta Wu Xinghua, purtroppo andata bruciata in una stufa, prima di una perquisizione delle Guardie Rosse: ne restano solo un centinaio di versi, che la moglie sottrasse alle fiamme. Ha raccomandato agli studenti di leggere anche le traduzioni di opere occidentali in cinese, per meglio misurarsi con la lingua.
Luca Stirpe, dell’Università di Pescara, ha raccontato la sua esperienza di traduzione della poesia di Li Yu, imperatore per caso nel Sud della Cina all’epoca della divisione in vari regni dinastici, al tramonto dei Tang e alla vigilia dei Song. Ha spiegato i nessi con la musica, andata perduta, e la diversità tra la poesia ci e quella shi, per i versi e le rime. La sua fatica è durata vari anni, e le correzioni e nuove interpretazioni potrebbero andare avanti all’infinito: per questo si stenta quasi a rallegrarsi della pubblicazione delle proprie traduzioni. Ha illustrato anche l’utile confronto con le traduzioni in inglese, comparando le diverse soluzioni date, rispetto alla grande libertà interpretativa che la poesia classica cinese dà al traduttore.
Silvia Calamandrei ha sostenuto che tradurre una traduttrice cosmopolita come Yang Jiang è stato paradossalmente più semplice che tradurre Mo Yan e Yu Hua. Personaggi cosmopoliti come Yang Jiang e Qian Zhongshu si collocano all’interstizio tra lingue diverse, e possiedono una lingua filtrata dalla consuetudine con i classici occidentali, senza dimenticare il loro background di conoscenza della letteratura classica cinese. Ha parlato dell’importanza della traduzione in Cina al tornante tra XIX e XX secolo (Yanfu) e poi delle traduzioni del marxismo negli anni Venti-Trenta, e del ruolo di Qian Zhongshu nella traduzione delle opere di Mao, mentre collazionava, chiosava e comparava testi classici della letteratura mondiale. Ha infine fornito qualche esempio del lavoro di traduzione del racconto Huahua’r, pubblicato col titolo Questo gatto dalla Henry Beyle.
Nicoletta Pesaro, da Ca’Foscari, ha parlato dell’ opera postuma di Zhang Ailing, Xiao Tuanyuan, pubblicata nel 2009 negli Stati Uniti dai gestori della sua eredità letteraria. Tradotta per Rizzoli, ma non ancora edita, si tratta di un’opera autobiografica che l’autrice ha sempre esitato a reputare conclusa e pubblicabile. L’andamento non è lineare, il tempo cambia continuamente con flashback e flashforward, e la resa non è semplice per la lingua infarcita di espressioni anche dialettali e per la ricchezza dei dettagli (si pensi ai nomi indicativi delle gerarchie familiari, dal Secondo Fratello alla Quarta Sorella). Non corrisponde al romanzo rosa che l’editore aveva immaginato, in base a stereotipi sulla scrittrice femminista che sono invalsi in Occidente rispetto a Zhang Ailing..
La Prof. Pesaro si è soffermata anche sugli agenti della traduzione ed il ruolo che esercitano nella selezione delle priorità; ha ricordato l’importante ruolo di alcuni traduttori, come Maria Rita Masci, per la diffusione della conoscenza delle opere cinesi in Italia, ma ha anche sottolineato come ormai operino delle agenzie editoriali globali che orientano le scelte di mercato, basandosi spesso su bestseller cinesi che non necessariamente si traducono in opere fruibili ed intellegibili all’estero (vedi i casi del Totem del lupo o della fantascienza).
Alcuni casi di scelte editoriali basate su equivoci sono stati citati anche da Paolo Magagnin (Ca’ Foscari) nel campo della letteratura per ragazzi e dei polizieschi. Non sempre la classificazione di genere corrisponde, ed anche l’immaginario infantile diverge notevolmente, per cui grandi successi in Cina non necessariamente si affermano in Italia. Ha illustrato le complessità della sua ultima traduzione di A Yi, dopo il successo di E adesso?, un noir. Il nuovo Svegliami alle nove di mattina non rientra nello stesso genere poliziesco, ed inoltre ha una struttura complessa, con un periodare che alterna continuamente i tempi ed i punti di vista. Non facile rendere in italiano i continui spostamenti temporali non segnalati da stacchi, così come l’assenza di punteggiatura.
Anche il pluripremiato Cao Wenxuan, bestseller per ragazzi in Cina, tradotto per la Giunti, non è automaticamente fruibile da ragazzi occidentali che hanno difficoltà a contestualizzare vicende della Rivoluzione culturale e ad assorbire i toni edificanti alla Libro Cuore.
Nella discussione finale gli studenti hanno interrogato i relatori sulle strategie di traduzione, tra letteralità e distanziamento e chiesto consigli sui percorsi da seguire. Si è indicata la rivista “Caratteri” che pubblica in forma bilingue scrittori cinesi come utile strumento.
A gist of a Conference on translation on the role of the translators in spreading Chinese literature in Italy, organized at Siena Foreign Students University on 24 November.
Organized by Professor Anna Di Toro, it was an interesting opportunity to exchange ideas and experiences together with the students. The conference was opened by Yuan Jifeng, from Chongqing University, commenting on translation of Italian literary works in China. The amount of translations from Italian is quite below the numbers of English, French and German literary works, probably due to a lack of initiative and coordination on the Italian institutional side. A critical point is also the quality, less good than the translations of the May 4th generation of intellectuals.
Professor Yuan referred to the 7 existing versions of Divina Commedia in Chinese, considering the best the one of the poet Wu Xinghua, unfortunately burnt during the Cultural Revolution: only few verses survive, saved by his wife.
Luca Stirpe, from Pescara University, commented on his translation of Li Yu poems. He explained the relationship between poetry and music, unfortunately missing, and the difference between ci and shi poetry. He spent several years on his translation: it’s a never-ending effort to improve your text, and it is very useful to compare your solutions with the ones in other languages. The publication obliges you to stop a work that you would never consider concluded.
In her intervention Silvia Calamandrei (Montepulciano Library) suggested that “translating a cosmopolitan translator as Yang Jiang” was easier than translating Mo Yan or Yu Hua. Why? Because the culture and the background of intellectuals like Yang Jiang and her husband Qian Zhongshu, who belong to the May 4th generation and studied abroad, gives a special quality to their language, rich of references to Western and Eastern classics. Staying “on the margin”this cosmopolitan couple ( well described in Christopher Rea China’s Literary Cosmopolitans: Qian Zhongshu, Yang Jiang and the World of Letters) could keep a special point of observation, a panoramic vision. They were not confined in an ivory tower, they were keeping their distance and able to look with irony and detachment to the tragedies they were living through.
Nicoletta Pesaro, from Ca’Foscari, commented on Zhang Ailing, Xiao Tuanyuan, a controversial work published after her death. She translated it for Rizzoli fighting with the difficult task of a translating a text full of flashback e flashforward, and rich of details and idiomatic terms. It’s not the sentimental novel that the publishing house was imagining, but rather a complex self biography. She referred also to the actors of translation, underlining the role that International agencies have recently acquired . In the 80’s translators as Maria Rita Masci had a significant role in introducing in Italy Chinese writers, but now the publishing houses are influenced by market considerations and look for bestsellers.
However, the bestsellers in China not always are good for the Western public, as Paolo Magagnin (Ca’ Foscari) explained quoting examples from science fiction and children books . He underlined the difficult task he got in translating the latest work of A Yi, considered a crime story writer after the success of A Perfect crime. Also the Chinese literature for children is not so easily understood in the West: the context and the fictional world of reference is very different and Cao Wenxuan, doesn’t become automatically a bestseller in Italy.
(Silvia Calamandrei)