Una bella testimonianza di memoria locale: “La macchina del tempo” di Giuseppe Momicchioli
Domenica 28 febbraio 2015, ore 17, Palazzo del Capitano, Montepulciano:
Giuseppe Momicchioli
La macchina del tempo
Per non dimenticare
Montepulciano, 2015
Tante le foto e le memorie rievocate dalla macchina del tempo messa in moto da Giuseppe Momicchioli, dalla vicenda di Bossona, del bombardamento e del forcone che vuiene scaraventato sul cipresso ad una gita scolastica ad Urbino.
Il libro si compone di due parti: una prima racconta cronache di fatti del territorio poliziano e ricorda personaggi e amici .
Come Momicchioli dice lui stesso nella prefazione
“Ricordi dal sapore agro-dolce quasi perduto del sacrificio, della serena rassegnazione, della pietas paesana, del sapersi accontentare del poco fino a trovare la capacità di ridere e di essere felici anche con quasi niente… Io ho voluto soltanto ricordare personaggi bizzarri e fatti lieti di tutti i giorni ed evenienze tristi e terribili che mi hanno lasciato una fenditura profonda nella memoria”.
La seconda parte invece racconta dei tabernacoli diffusi nel territorio poliziano, con un bell’apparato iconografico e fotografico. Se apparentemente sembra avulsa dalla prima, in realtà il “racconto” dei tabernacoli dà sostanza al ricordo dei personaggi: uomini e arte uniti nel ricordo.
Oltre ai luoghi e agli amici, ai personaggi che riaffiorano nella memoria, giorni ed evenienze tristi e terribili che mi hanno lasciato una fenditura profonda nella memoria”.
La seconda parte racconta dei tabernacoli diffusi nel territorio poliziano, con un bell’apparato iconografico e fotografico. Se apparentemente sembra avulsa dalla prima parte del libro, in realtà il “racconto” dei tabernacoli dà sostanza al ricordo dei personaggi: uomini e arte uniti nel ricordo. giorni ed evenienze tristi e terribili che mi hanno lasciato una fenditura profonda nella memoria”.
La seconda parte racconta dei tabernacoli diffusi nel territorio poliziano, con un bell’apparato iconografico e fotografico. Se apparentemente sembra avulsa dalla prima parte del libro, in realtà il “racconto” dei tabernacoli dà sostanza al ricordo dei personaggi: uomini e arte uniti nel ricordo. giorni ed evenienze tristi e terribili che mi hanno lasciato una fenditura profonda nella memoria”.
La seconda parte racconta dei tabernacoli diffusi nel territorio poliziano, con un bell’apparato iconografico e fotografico. Se apparentemente sembra avulsa dalla prima parte del libro, in realtà il “racconto” dei tabernacoli dà sostanza al ricordo dei personaggi: uomini e arte uniti nel ricordo. i giorni ed evenienze tristi e terribili che mi hanno lasciato una fenditura profonda nella memoria”.
La seconda parte racconta dei tabernacoli diffusi nel territorio poliziano, con un bell’apparato iconografico e fotografico. Se apparentemente sembra avulsa dalla prima parte del libro, in realtà il “racconto” dei tabernacoli dà sostanza al ricordo dei personaggi: uomini e arte uniti nel ricordo.particolarmente caro al dottor Momicchioli è il fantoccio del Pulcinella appena restaurato: da bambino, vivendo in via Roma a poca distanza dalla torre, le ore venivano scandite dal pupazzo: la neve del Natale 1943, annus horribilis, viene annunciata dal “suono chioccio e attutito, quasi felpato, emesso dalla campana di Pulcinella colpita dal martello”.
(Silvia Calamandrei)
(Locandina in allegato)