-------- Un importante “fuoruscito” (in tutti i sensi…) italiano: Giuseppe Antonio Borgese – Biblioteca Montepulciano Calamandrei
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Un importante “fuoruscito” (in tutti i sensi…) italiano: Giuseppe Antonio Borgese

Silvia Bertolotti

La rosa dell’esilio- Giuseppe Antonio Borgese dal mito europeo all’utopia americana

Fondazione Museo storico del Trentino, 2013

 

Dal Borgese germanista dei primi del Novecento al Borgese esule negli Stati Uniti negli anni Trenta: il saggio ricostruisce il complesso e tortuoso itinerario di un’intellettuale cosmopolita che si traduce nell’impegno “mondialista” all’indomani della seconda guerra mondiale. Un personaggio dai molteplici interessi, curiosità e talenti che sa trasformare l’esilio in occasione di arricchimento culturale ed umano: questo il ritratto che emerge dalla ricerca di Silvia Bertolotti, tenacemente condotta su fonti archivistiche per arricchire i tanti studi tesi a rivalutare una figura di scrittore, critico letterario e pensatore rimasta troppo nell’ombra.

L’attenzione giovanile alla cultura germanica ed i sodalizi stretti con intellettuali austriaci e tedeschi e poi l’immersione nella “modernità” americana, assieme agli altri esuli antifascisti italiani, da Salvemini e Max Ascoli a Toscanini, contribuiscono ad una forma mentis aperta che lo rende difficilmente classificabile e riassorbibile nella cultura accademica italiana. Tra i suoi cultori Piovene, che ne fu allievo, e Sciascia, un altro grande siciliano, che si sforzarono di riscattarlo dall’oblio a cui lo condannava una difficoltà di “appartenenza”.

L’utopia mondialista maturata negli Stati Uniti cerca di farsi piano d’azione in Europa con la pubblicazione del progetto di costituzione mondiale, rieditato recentemente, sempre a cura della Bertolotti, dalle Edizioni di storia e letteratura; ma il suo impegno per la pace mondiale, che gli frutta anche una candidatura al Nobel,  è insidiato dall’avanzare della guerra fredda e dall’irrigidirsi dei blocchi e degli schieramenti.

Per chi conosce solo il Borgese del folgorante romanzo degli anni Venti Rubé, o il critico letterario e il germanista, la scoperta di una personalità sfaccettata, che si esprime e talvolta si disperde in mille rivoli. Utile la puntualizzazione sulla posizione di Borgese quanto alla firma del giuramento di fedeltà al fascismo, rifiutata esplicitamente solo nel 1934 dall’esilio, e significativa la centralità accordata all’opera Goliath del 1937, l’opera romanzesco-saggistica che compendia la sua disamina del fascismo e del carattere degli italiani.: una interpretazione psicologico-culturale del fascismo che meriterebbe maggiore attenzione.

(Silvia Calamandrei)

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