-------- RECENSIONE. Paolo Tranchina, Psicoanalista senza muri, Diario da una istituzione negata, 2023 – Biblioteca Montepulciano Calamandrei
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RECENSIONE. Paolo Tranchina, Psicoanalista senza muri, Diario da una istituzione negata, 2023

Paolo Tranchina, Psicoanalista senza muri, Diario da una istituzione negata, Moretti e Vitali, Bergamo 2023

 

Il diario dell’esperienza aretina di Paolo Tranchina ci riporta ai primi passi sperimentali che sarebbero approdati alla legge 180, passi intrapresi da psichiatri e psicoanalisti coraggiosi che da Gorizia ad altri luoghi cominciarono ad abbattere le mura dei manicomi, in dialogo con infermieri e pazienti, costruendo soluzioni alternative di cura.

La felicità del racconto sta nel fatto che si tratta di un itinerario faticoso, descritto senza infingimenti, con tutte le contraddizioni e le paure che si scatenano quando si va controcorrente, si mettono in discussione le teorie e le pratiche consolidate da secoli e si innesca un processo nuovo con una pluralità di protagonisti, malati compresi.

È un percorso tra i tanti che segnarono le acquisizioni degli anni Settanta, liquidati poi come “anni di piombo” ma in verità disseminati di esperienze di partecipazione e cittadinanza attiva che avrebbero cambiato il volto dell’Italia, facendo passi da gigante nell’attuazione del dettato costituzionale, dal divorzio, al diritto di famiglia, al diritto all’aborto.

C’è un intreccio tra impegno professionale e impegno sociale e politico che contrassegna l’operato di Tranchina e che appartiene ad una stagione di mobilitazione e associazionismo diffuso. E nelle sue pagine tutto ciò emerge con semplicità, senza orpelli ideologici, con l’orgoglio di aver intrapreso la lunga marcia nelle istituzioni in una delle istituzioni più difficili e totalizzanti, l’ospedale psichiatrico.

Rivisitare le origini di una delle legislazioni più avanzate in tema di salute mentale, che alcuni vorrebbero rimettere in discussione, ci aiuta a posizionarci rispetto alla tematica della salute mentale oggi giorno, quando la consapevolezza è probabilmente più diffusa e la cultura più aperta, ma la strumentazione è ancora estremamente carente.

Molto pertinenti le osservazioni nella nota finale della figlia giurista Teresa, sulla valenza costituzionale della riforma dell’assistenza psichiatrica:

“Perché vedi babbo, alla fine avete talmente cambiato la percezione del matto nella società, da modificare il Codice Civile. Cioè avete aggiunto l’Amministrazione di sostegno alla Tutela e alla Curatela che esistevamo dai tempi del Diritto Romano. Perché siete andati così oltre il campo della psichiatria da pervadere la società, da attuare davvero il principio personalista della Costituzione italiana, che ha senso solo se parametrato su tutti i cittadini, compresi i pazienti psichiatrici”.

Il padre, che confessa di non averci pensato, può ben esclamare orgogliosi:

“Sì, perché noi abbiano fatto la rivoluzione, noi abbiamo aperto i manicomi. Noi abbiamo cambiato il mondo”.

Il libro è arricchito da introduzioni, prefazioni e note di Alessandro Ricci, Lidia Campagnano, Graziano Valent e Maria Rosa Tinti, Cesare Bondioli, Paolo Serra , Maria Pia Teodori e Teresa Tranchina

[Silvia Calamandrei]

 

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