PIERO CALAMANDREI E LA BLOG GENERATION. USI E CONSUMI DEL PENSIERO DI CALAMANDREI Francesca Cenni Torino, 6 maggio 2010
PIERO CALAMANDREI E LA BLOG GENERATION.
USI E CONSUMI DEL PENSIERO DI CALAMANDREI
Francesca Cenni
Torino, 6 maggio 2010
Rumorisilenziosi, che si definisce “irrequieta, insensibile, scapestrata, insopportabile…” il 23 ottobre 2008 pubblica nel suo blog “Il mondo è così bello vero? Ci sono tante belle cose da vedere, da godere, oltre che occuparsi della politica! E la politica non è una piacevole cosa. Però la libertà è come l’aria. Ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare, quando si sente quel senso di asfissia che gli uomini della mia generazione hanno sentito per vent’anni e che io auguro a voi giovani di non sentire mai.” La blogger inserisce la citazione scrivendo “a proposito della legge Gelmini, per quanto riguarda le università e le scuole, riporto un discorso fatto da Piero Calamandrei in occasione del III Congresso dell’Associazione a difesa della scuola nazionale (ADSN), a Roma l’11 febbraio 1950”. Questo stesso discorso è stato poi pubblicato nella sua interezza il 9 febbraio 2009 dal blogger “Uguale per tutti” con un link ad un video che permette così di ascoltare il discorso dalla vera voce di Calamandrei e con l’indicazione “parole pronunciate da Piero Calamandrei il 26 gennaio 1955 a Milano, nel Salone degli affreschi della Società Umanitaria”. Eppure il discorso è lo stesso. Il 15 settembre 2009 il nickname Alboino pubblica ancora una volta il medesimo discorso definendone così il contesto: “Per Mary Star Gelmi, [alias il Ministro Maria Stella Gelmini] sulla scuola. Discorso pronunciato da Piero Calamandrei al III Congresso dell’Associazione a difesa della scuola nazionale l’11 febbraio 1950″. Il 20 ottobre 2009 il blogger “31canzoni” riprende una sola frase del discorso “la libertà è come l’aria” inserendola però in un contesto completamente diverso da quello relativo alla scuola per il quale era nato. Infatti tale riferimento è a commento della notizia che secondo Reporters Sans Frontiers, l’Italia scivola nella classifica internazionale della Libertà di stampa al 49° posto. E più di recente, l’11 gennaio 2010, il blogger michelelupo pubblica un video con il discorso di Piero Calamandrei intitolandolo “In difesa della scuola pubblica. Piero Calamandrei” e spiegando che si tratta di un discorso pronunciato nel 1950 a Roma. Lo stesso discorso di Calamandrei, dunque, è attribuito a due eventi diversi, uno al 1950 a Roma, l’altro al 1955 a Milano. Tale discorso, inoltre, pronunciato in difesa della scuola, viene decontestualizzato e riutilizzato, in alcune sue parti, in un quadro del tutto nuovo e diverso quello cioè della libertà di stampa. Il discorso di Piero Calamandrei è effettivamente quello pronunciato a Milano il 26 gennaio 1955 ma se da una parte dobbiamo scontrarci con la grandezza delle parole di Calamandrei e con il loro carattere universale, vero è che la fonte, perché di fonte si tratta in quanto comunque traccia di un passato, fuori dal contesto in cui essa stessa nasce, acquista tutto un altro significato. In generale, dunque, che valore dare ad una fonte documentaria nel World Wild Web, e in particolare nei blog, e ancor più che uso ne viene fatto e con quale finalità? Nel caso specifico qui proposto si è cercato di capire qual è l’immagine, il significato, la parte di pensiero e di esperienza che si è diffusa nella rete tramite i blog. Questo consente di comprendere anche qual è la parte più vitale del pensiero di Calamandrei, quella che filtra nei nuovi mezzi di comunicazione e utilizzata da un pubblico giovane. Ma occorre precisare che i blog si studiano per quello che sono e cioè, forse banalizzando, nuove forme di contenitori di informazione.
Secondo la definizione di Giuseppe Granieri, per altro contestata da altri, uno dei maggiori esperti italiani di comunicazione e culture digitali, la blogsfera è “il luogo della conversazione sul mondo […] nella quale l’unica legge è il rispetto reciproco, e la punizione è una riduzione di attenzione”, e l’attenzione è uno degli scopi che spinge il popolo di internet ad interagire nei blog. Attraverso i weblog, quindi, è possibile, oggi, stabilire relazioni tra individui, cercare e identificare interlocutori affini con i quali scambiarsi idee, pareri, consigli, creare template, cioè pagine personalizzate con link, immagini e grafica che descriva all’altro ciò che si vuole essere in quel blog e che non è detto corrisponda alla realtà, fino ad arrivare ad utilizzare il blog come un diario creando quelle che vengono definite blog-grafie. La blogsfera è quindi un mondo complesso, dinamico e affollato, difficilmente definibile nella sua fisionomia, almeno fino a qualche tempo fa, da quando cioè, trascorsi un po’ di anni dall’utilizzazione più massiva, è stato possibile portare avanti analisi empiriche sull’uso di internet e della rete e quindi anche sul “popolo dei blog”. In Italia studi importanti in questo senso sono stati condotti dal progetto Diario Aperto, che ha visto la collaborazione di promotori e co-promotori con vari interessi diretti o indiretti per il Web (Splinder, Swg, Punto Informatico) e da Università quale quella di Trieste e Tor Vergata.
La ricerca svolta tramite un questionario di 100 domande ha coinvolto 4117 soggetti della rete italiana e ha dato risultati importanti per comprendere chi sono i blogger. Dal punto di vista dell’età il 41% del totale è compresa nella fascia d’età tra i 25 e i 34 anni e di questi il 60,8% è costituita da uomini mentre tra gli under 18 le donne rappresentano ben il 78,9%. Tra i 18 e i 24 anni le donne sono il 51%.
Riguardo al livello d’istruzione l’88 % degli intervistati possiede una preparazione e una cultura almeno secondaria e il 44% del campione ha anche una laurea o un titolo post universitario. La maggior parte dei blogger lavora (52,5 %) mentre solo il 31,1 % è costituito da studenti.
Molto alto è l’interesse per i blog stessi: il 58,7 % degli intervistati legge blog più volte al giorno e il 22,1% almeno una volta al giorno. Relativamente alla popolo dei blog quelli più letti risultano essere quelli definiti come blog-grafie, cioè diari personali (65%), poco più del 45% quelli di interesse informatico, il 45% legge blog di natura politica, il 40% sulla musica e quasi il 35% sulla letteratura.
Solo avendo presente, seppure in modo generalizzato, il mondo dei blog nel suo complesso è possibile dunque dare un significato all’uso del pensiero e di una fonte specifica quale quella relativa a Calamandrei, così ci si è prefissati in questo intervento.
Lo studio circa la presenza e l’uso di Piero Calamandrei sui blog ha contemplato un arco di quasi 5 anni: dal 2005 al 25 aprile 2010, data fissata come post quem in quanto nel giorno della Liberazione di questo anno in corso, si è verificata un’esplosione nel numero di citazioni del giurista. Occorre, prima di tutto, precisare che all’interno dei blog Calamandrei è “utilizzato” quasi sempre come citazione, cioè segnalando o prendendo a prestito le parole del giurista senza alcun tipo di rielaborazione. In particolare sono sempre 4 i brani citati, segno, forse, di un rimando continuo del solito testo da un blogger all’altro: il discorso di Roma del 1950 in difesa delle scuole nazionali; il discorso di Milano del 1955 sui valori e i principi della nostra Costituzione e sull’indifferenza alla politica dei giovani; la lapide ad ignominia “Lo avrai camerata Kesserling” dettata da Calamandrei in risposta elle affermazioni di Albert Kesselring, comandante in capo delle forze armate di occupazione tedesche in Italia, che lo videro ammettere pubblicamente che non aveva proprio nulla da rimproverarsi di ciò che aveva fatto in Italia (strage delle Fosse Ardeatine e Marzabotto); un brano tratto da L’elogio dei giudici scritto da un avvocato. Solo sporadicamente viene citato Piero Calamandrei come personaggio con una nota biografica.
Digitando la parola “Calamandrei” nella sezione blog di Google e delimitando i risultati al solo anno 2005 i risultati hanno dato una cinquantina di risposte delle quali solo il 26% menzionavano Piero Calamandrei in quanto “fonte”. Gli atri risultati citavano Calalamndrei come nome di scuole, fondazioni, autore di libri. Nel dettaglio il 7% riportavano il discorso di Milano del 1955, il 15% il discorso del 1950 a Roma, il 15% citavano la lapide Kesserling per il valore della Resistenza e il 11%3 come biografia.
Per il 2006 si sono ottenuti risultati molto vicini a quelli relativi al 2005 con un lieve incremento delle biografie da attribuirsi al cinquantesimo della morte di Calamandrei (1956) che si celebrava proprio in questo anno. Anche per il 2007 non si hanno grandi variazioni se non il fatto che comincia a comparire una nuova fonte: Il discorso ai giudici scritto da un avvocato.
La svolta è nell’anno 2008 in quanto, nel complesso, sono usciti molti risultati che citavano Calamandrei quale “fonte”. Della totalità delle risposte uscite si sono considerati i primi 100 blog poiché si è visto che oltre questo numero i rimandi interni (linkaggio) erano pressochè i medesimi. In questo caso si è ottenuto che il 49% è rappresentato dal discorso di Roma del 1950, il 3% quello di Milano del 1955, il 4% la lapide Kesserling, il 7% biografia l’ 1% l’elogio dei giudici.
C’è stato quindi un forte incremento della citazione del discorso di Roma del 1950 a discapito delle altre. Il dato non è però casuale ma interpretato alla luce degli eventi storici che hanno caratterizzato il nostro Paese nel 2008 l’interpretazione più corretta è quella che della forte protesta che c’è stata nel 2008 in relazione alla riforma scolastica e al sistema dell’istruzione e della ricerca in genere (riforma Gelmini), tant’è che il discorso riportato è proprio quello in difesa della scuola pubblica: “Ci siano pure scuole di partito o scuole di chiesa. Ma lo Stato le deve sorvegliare, le deve regolare; le deve tenere nei loro limiti e deve riuscire a far meglio di loro. La scuola di Stato, insomma, deve essere una garanzia […]. Ma c’è un’altra forma per arrivare a trasformare la scuola di Stato in scuola di partito o di setta. Il totalitarismo subdolo, indiretto, torpido, come certe polmoniti torpide che vengono senza febbre, ma che sono pericolosissime.”
Nel 2009 i dati ottenuti sono pressoché uguali a quelli del 2008 se non per l’entrata nel panorama delle citazioni di un discorso di Calamandrei alla Costituente. Anche in questo caso non è difficile correlare il tema del discorso di Calamandrei, sulla Costituzione, su ciò che politicamente sta accadendo in Italia in tema proprio alla riforma della Costituzione. Evidentemente sull’ondata della protesta per la scuola e il sistema universitario il pensiero di Calamandrei ha avuto una larga diffusione e si è andata così consolidando la “fama” del giurista quale “profeta” – così è definito da moltissimi blogger – e forse il mondo dei blog, ma non solo, andandone a ricercare i testi ha scoperto nuove cose di Calamandrei con la medesima forza dell’ attualità.
Ma cerchiamo di dare un’interpretazione a questi numeri che non sia solo di tipo quantitativo.
Intanto una nota qualitativa importante da sottolineare ulteriormente è il fatto che i brani, i testi e i discorsi di Piero Calamandrei non sono mai rielaborati ma citati e riportati più o meno fedelmente nella loro collocazione storica. Inoltre difficilmente si ritrova materiale SU Calamandrei ma quasi sempre documenti e testimonianze prodotta DA Calamandrei. In questo senso ciò che invece viene rielaborato è il contesto di utilizzazione di una medesima citazione, che, come detto, è spesso molto vario. È ancora una volta il caso della frase “la libertà è come l’aria” detta in occasione del discorso in favore della scuola pubblica e qualche anno fa utilizzata nientemeno che dal Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, sembra dietro suggerimento del ministro Sandro Bondi che forse ben conosceva Calamandrei perché promotore, tempo prima, di un circolo a lui dedicato. Il problema si pone sull’esattezza del contesto della fonte perché in vari blog, ad esempio, il discorso di Milano del 1955 – ma anche i riferimenti alle altre testimonianze seppure in numero minore – è stato scambiato con quello romano del 1950 ed è evidente che poi l’errore, da link a link, si è propagato.
Circa l’ambito di utilizzazione di tali testimonianze l’ambito dove si ritrova maggiormente l’uso di materiale di Piero Calamandrei è quello politico specie negli anni dal 2008 al 2010 con particolare rapporto ai problemi della scuola e della ricerca, con un corredo all’informazione attraverso l’uso di filmati montati ad hoc o di fotografie sempre nuove e certamente non riferibili a Piero Calamandrei. (esempio manifestazione del 25 aprile 2009 FOTO)
Il blogger “maestroroberto” pubblica il 23 aprile 2010 il testo della conferenza di Milano del 1955 con il link a youtube nel quale il discorso è accompagnato da un filmato montato con fotografie. Nel blog “liberospaziomentale” Giandomenico pubblica il discorso di Roma e subito “Stipata” aggiunge un link su youtube del medesimo discorso che fa da colonna sonora ad una serie di fotografie della manifestazione degli studenti di Palermo contro la riforma Gelmini del 30 ottobre 2008.
Un ultimo aspetto da considerare è quello per cui Calamandrei lo ritroviamo anche nel più famoso e popolato social network al mondo: facebook. Si tratta di una cosiddetta pagina di “fans di Piero Calamandrei”, con un suo profilo e tanto di fotografie e conta circa 3200 amici. Quest’ultima è una fonte molto utile perché nella pagina di Calamandrei tutti i fans pubblicano link ad articoli di giornali, segnalano avvenimenti inerenti al personaggio, commentano testi di e su Piero Calamandrei, attualizzano il pensiero calamandreiano con i fatti di oggi. Il tutto in tempo quasi reale e con una frequenza piuttosto alta di accessi.
Questa analisi del pensiero calamandreiano in rete offre una riflessione che personalmente mi sta molto a cuore in quanto archivista e curatrice dell’archivio Calamandrei di Montepulciano: come interagirebbe un archivio in rete con la diffusione in rete? Nel caso specifico di Calamandrei se ne è discusso nel convegno Un caleidoscopio di carte. Gli archivi P. Calamandrei dell’ottobre 2009 a Montepulciano i cui atti sono in uscita per la metà di maggio come quaderno de Il Ponte.
Che il blog sia una fonte per lo studio della contemporaneità è un dato che credo sia stato più o meno accettato; credo il blog si possa ritenere un elemento di quella “arena mediatica” (cito De Luna, p.77) che è comunque fonte perché testimonianza di un sentire fatti ed eventi.
Come sottolineato da De Luna la diffusione di siti web dedicati alla storia ha ampliato le possibilità di accedere a documenti e informazioni e allo stesso tempo ha creato le condizioni per chiunque ne abbia le capacità tecniche di immettere in rete discorsi di storia. Non è la sede questa per trattare tutta la problematica dell’uso pubblico della storia (De Luna, Gallerano,ecc.) e sul ruolo assunto nello studio della storia delle fonti contemporanee, dal cinema alle canzoni fino arrivare al web e ai blog. Vero è che i blog sono un mondo nei quali, almeno in forma indiretta, la storia si prende il suo spazio e forse, diventato, talvolta, essi stessi, storia. L’esempio di Piero Calamandrei qui proposto è solo un caso di uso pubblico della storia e può forse essere utile a comprendere alcuni nuovi orizzonti storici che si possono intravedere nel World Wilde Web. Chissà se “storia degli storici” e “memoria collettiva” – come assertiva Le Goff negli anni ottanta – sono ancora contrapposte oppure è possibile trovare in uno spazio “altro” un valido compromesso.
] Il presente testo è stato presentato come relazione ai Cantieri di Torino nel 2010. Il testo ampliato e completo delle note è in corso di pubblicazione.