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Il libro della settimana…dal 6 all’11 giugno 2011: “Libera Chiesa in libero Stato” ?, di Massimo Viglione

Massimo Viglione

 “Libera Chiesa in libero Stato”?. Il Risorgimento e i cattolici: uno scontro epocale.

Roma, Città Nuova Editrice, 2005

 

“Nella consapevolezza che si tratta di un evento “nodale” della nostra storia, il Risorgimento e le conseguenze che tale evento ha esercitato sulla storia nazionale del XX secolo sono oggetto di una rinnovata attenzione da parte della storiografia contemporanea. In questo contesto lo studio di Massimo Viglione prende in esame un aspetto specifico ma fondamentale del processo unitario: la mancata creazione di una nuova identità nazionale, il fallimento del famoso motto: “Fatta l’Italia, bisogna fare gli italiani”. Perché? La convinzione dell’Autore e di molti storici è che con il Risorgimento nasce di fatto lo Stato ma non la nazione italiana, e questo perché il processo di unificazione fu il frutto di uno scontro epocale tra le forze rivoluzionarie, da una parte, e la Chiesa e l’identità religiosa, dall’altra, identità religiosa che costituisce la radice della nostra tradizione culturale. Nella prima parte del volume, l’Autore evidenzia le ragioni ideali che hanno portato allo scontro e il perché esso fu così profondo; nella seconda parte si racconta il conflitto tra le due parti, con lo scopo di fornire al lettore un quadro generale e onesto dell’intera problematica.”

(dal sito http://www.itacalibri.it/it/catalogo/viglione-massimo/libera-chiesa-in-libero-stato.html?IDFolder=144&IDOggetto=25229&LN=IT)

 

In occasione del 150° dell’Unità Italiana si assiste da più parti, ai massimi livelli, allo sforzo di superare definitivamente l’animosità reciproca che ha caratterizzato “cattolici” e “laici” fin dall’inizio del Risorgimento. E’ uno sforzo lodevole, in momenti in cui si assiste a una politica spesso priva di ogni reale volontà di buon governo. Ma i motivi di conflitto (a mio modesto parere storico-politici e non veramente religiosi, ma è un parere personale) rimangono sempre sullo sfondo. Questo saggio (del 2005), che si pone dichiaratamente dalla parte “cattolica” (si veda l’intervista a Viglione: http://www.storialibera.it/epoca_contemporanea/risorgimento/articolo.php?id=2303) ha il grande merito di stimolare in modo polemico il confronto e il chiarimento sul problema, sgombrando il campo da una parte da facili buonismi, e dall’altra imponendo  a tutti, anche a chi non è d’accordo sulle tesi dell’Autore (come il sottoscritto, che ha avuto la percezione di uno sforzo di dimostrazione di tesi preconcette) domande molto serie: cosa vuol dire essere”cattolici” e essere “laici”? L’adesione a modelli politici, necessariamente calati nella storia e ad essa soggetti,  è conseguenza inevitabile dell’adesione a modelli ideologici e religiosi, che invece avrebbero ambizione di perpetuità? E, nello specifico, la celebrata “tradizione cristiana” dell’Italia, quanto è stratificazione di abitudini, e quanto invece reale  comprensione del messaggio cristiano? E la rivoluzione liberale, ha o no in se’ necessariamente la distruzione delle prospettive metafisiche, con conseguenze al limite totalitarie?

 

(Duccio Pasqui)

 

 

 

 

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