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Il libro della settimana…dal 28 giugno al 3 luglio 2010: “Da Livorno al Quirinale” di Carlo Azeglio Ciampi

Carlo Azeglio Ciampi

 Da Livorno al Quirinale- Storia di un italiano

Bologna, Il Mulino, 2010

 

Un omaggio del Presidente emerito Ciampi alla nostra Biblioteca: una storia di vita dedicata ai giovani

La conversazione di Carlo Azeglio Ciampi con Arrigo Levi sta suscitando commenti legati alle recenti vicende politiche italiane , ed in particolare ad un possibile governo Ciampi evocato da d’Alema dopo la crisi del primo governo Prodi nel 1998, per poi essere rapidamente liquidato in favore della successione del medesimo D’Alema, favorita anche da Cossiga (cfr.articoli e interviste “Corriere della sera” del 24 e 25 giugno).  C’è poi chi come Sergio Luzzatto, sul “Sole 24 ore” ha preferito prendere spunto dall’atteggiamento del cattolico Ciampi che evita di comunicarsi partecipando a messe in veste di Presidente della repubblica per elogiarne lo stile laico.

Ma oltre che un contributo alla storia dei “misteri italiani”, ovverosia dei retroscena che fanno durare troppo poco la prima esperienza virtuosa di governo “tecnico” del 1993, funestata dalle bombe, per poi evitarne la ripetizione nel 1998, congelando Ciampi nella posizione di presidente della repubblica, va sottolineato che non a caso il libro reca il sottotiolo Storia di un italiano.

Storia esemplare ed antieroica, di un professionista al servizio dello Stato, cresciuto nel clima cosmopolita e tollerante di Livorno, animato fin dalla giovinezza degli ideali di riforma del partito d’Azione, e disposto a sforzi di professionalità e rigore ogni volta che viene chiamato ad un compito nuovo, sempre più esigente, fino alla carica di Presidente della repubblica.

Una buona lettura per i giovani, per la semplicità e la schiettezza con cui viene raccontato questo percorso di impegno rigoroso, prima nella Resistenza, poi negli studi, poi alla Banca d’Italia, fino all’assunzione di grandi responsabilità politiche e istituzionali, al di fuori di ogni logica di vanità e potere, facendo del Quirinale la “casa degli italiani”. Da sottolineare una frase della sua intervista al”Corriere della sera” del 24 giugno, sulla propria “estraneità al sistema dei partiti e alla politica italian style”, che adombra una concezione alta della politica come impegno al servizio dei cittadini.

Ai giovani sono rivolte le parole finali, auspicando un “ricambio generazionale”, con la fiducia che i giovani “ce la faranno”.

(Silvia Calamandrei)

 

Al di là delle scelte politiche, s’impone oggi sempre più la riflessione sul senso profondo di “comunità umana”. Senza il “contratto sociale”, che deve essere rispettato forse più dai governanti che dai governati, ognuno può sentirsi in diritto di sopraffare gli altri: fino, alla fine essere sopraffatto anch’esso, se non altro per raggiunti limiti d’età, come accade nei branchi di animali. Per questo riteniamo che una storia di “ordinaria efficienza sociale” come quella di  Ciampi sia oggi invece estremamente straordinaria, ma proprio per l’assenza di tratti eroici del tutto imitabile, e sia forse l’unico modo per superare in modo costruttivo ed utile l’odierna disgregazione strisciante della società. Forse per crearne un’altra, sconosciuta e imprevedibile, ma non per questo meno necessaria di quella che ci stiamo lasciando (male) alle spalle.

Duccio Pasqui

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