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Il libro della settimana…dal 19 al 26 luglio 2009

L’attualità della storia: la tesi di laurea di Ciampi diventa un libro

 Carlo Azeglio Ciampi

 La libertà delle minoranze religiose, a cura di Francesco Paolo Casavola, Gianni Long e Francesco Margiotta Broglio, Bologna, Il Mulino, 2009.

 Dedicato al mare di Livorno, di cui è figlio, assorbendone l’aria cosmopolita e il respiro multiculturale, e alle montagne di Abruzzo che lo hanno adottato nei mesi cruciali della scelta resistenziale dopo l’8 settembre, accanto al maestro  Guido Calogero, ivi confinato, questa riedizione della tesi di laurea scritta all’indomani della Liberazione e alla vigilia dell’Assemblea Costituente è un dono prezioso che Carlo Azeglio Ciampi ci fa, su sollecitazione dell’amico Margiotta Broglio.

Il testo è un’ illustrazione del  rigore e della ricchezza della formazione e dei  riferimenti culturali e spirituali del giovane Ciampi,  rientrato venticinquenne alla Normale di Pisa per conseguire la seconda laurea in Giurisprudenza, ma è anche una testimonianza dello spirito aperto che animava il dibattito nella fase costituente della nostra Repubblica

La scrittura nitida, la chiarezza espositiva, la nettezza delle argomentazioni, sono un modello di indagine intellettuale senza pregiudizi su un tema caldo della nostra storia nazionale, la libertà delle minoranze religiose,  che nella prefazione egli stesso definisce “un tema che dà senso a una vita”.

Vale la pena di ricordare che un altro grande azionista, Alessandro Galante Garrone, ha dedicato al tema una delle sue ultime raccolte di scritti, Un affare di coscienza : Per una libertà religiosa in Italia, e la consonanza colpisce, quasi che la libertà religiosa sia la scaturigine di tutti gli altri diritti di libertà.

Ciampi rivisita nella prefazione le sue riflessioni giovanili sullo sfondo delle scelte in seguito compiute, a verificarne la coerenza “con gli ideali, le convinzioni, i sentimenti che mossero un venticinquenne, nell’Italia del 1945, a misurarsi con siffatto tema, ad avvertirne la pregnanza di significato nella vita dell’individuo, come tale e in quanto membro della collettività. E invoca la coerenza di condotta nella vita pubblica come in quella privata, citando la ricetta di Sturzo per la politica, “rettitudine delle intenzioni, finalità buone e mezzi onesti”, ma anche la massima della nonna paterna “siate religiosi e onesti”.

Ciampi ricorda nella prefazione l’aspro dibattito sull’articolo 7 alla Costituente, riconoscendosi nelle posizioni di Piero Calamandrei. Ma non va mai dimenticato che la tesi è scritta prima, e che si rivela preveggente.

 La  ricostruzione storica e giuridica che ci offre del tema nell’Italia pre e post-unitaria è tuttora preziosa, ma soprattutto colpiscono le osservazioni finali in cui auspica una soluzione intermedia tra rigidità laica e fondamentalismo confessionale, ma paventa “un compromesso dettato da tattica politica in relazione ad altri problemi, da concessioni o irrigidimenti delle varie tendenze determinati da convenienze del momento”. Si ripeterebbero “gli errori che hanno condotto ai patti del laterano: trattare delle questioni religiose con criteri esclusivamente politici e di politica spicciola”, con il rischio di produrre “legislazioni incerte e contraddittorie”. Alla vigilia del dibattito sull’articolo 7, il giovane Ciampi ha le idee ben chiare.

Il testo è corredato da una introduzione di Margiotta Broglio di ricostruzione del percorso di Ciampi “tra guerra e studi giuridici” e da una postfazione di Casavola su “Lo Stato tra confessione e laicità”.

(Recensione di Silvia Calamandrei)

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