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Il libro della settimana…dal 27 luglio al 1 agosto 2009

Adriana Assini
Il bacio del diavolo. Storia della contessa sanguinaria.
Caserta, Spring Edizioni, 2004

[romanzo storico dedicato alla figura di Erzsebet Bathory, 1560-1614, link a Wikipedia, http://it.wikipedia.org/wiki/Erzs%C3%A9bet_B%C3%A1thory ]

Questa presentazione è la prima dedicata a una serie di opere sul tema del Vampiro, intramontabile “mito” dell’epoca moderna. Ci auguriamo che la collezione che stiamo costruendo su quest’argomento, già oggetto di una piccola mostra bibliografica tenutasi alla Sala Polivalente ex Macelli in collaborazione con l’Associazione Mattatoio 5 alla fine della primavera, possa costituire uno strumento modesto ma utile per chi voglia occuparsi, a qualunque titolo, di un soggetto tanto interessante e inquietante, se non altro dal punto di vista psicologico.

“Adriana Assini vive e lavora a Roma. Personaggio poliedrico, ha conseguito il Diplôme d’Etudes Françaises presso L’università di Scienze Sociali di Grenoble e divide il suo tempo tra le sue grandi passioni: la scrittura e la pittura. Acquarellista, ha al suo attivo numerose mostre in Italia e all’estero e le sue opere sono presenti in svariate collezioni pubbliche e private. Come scrittrice, ha pubblicato diversi romanzi che figurano nella collezione Autori del Novecento della Fondazione “Luciano Bianciardi” di Grosseto e che hanno suscitato l’interesse di autorevoli critici letterari. Ha conseguito importanti e prestigiosi premi letterari. Tra le sue ultime pubblicazioni figurano: La signora  dei veleni, ed. La Luna di Palermo, Gilles che amava Jeanne, ed. Tabula fati di Chieti. Adriana Assini può essere considerata oggi una delle più significative firme nel panorama della narrativa storica italiana.

La cupa eroina del male chiuderà i suoi giorni segregata in una stanza della propria abituale dimora, il castello di Csejthe, su disposizione del conte palatino d’Ungheria Gyorgy Thrzó, “sepolta viva” per circa tre anni e mezzo, fino alla morte avvenuta nell’agosto del 1614 senza avere mai subito un processo ufficiale. Da allora molto tempo è trascorso e innumerevoli saggisti, narratori, drammaturghi, poeti, psicologi, medici, giuristi, si sono occupati di lei. “La jena di Csejthe” , “La Contessa sanguinaria”, “la belva dei Carpazi”, “la vedova-vampiro” (secondo i tanti appellativi assegnatile dai molteplici interpreti) ha continuato lungo i secoli a sollecitare l’interesse di spiriti diversi, acquisendo una certa notorietà (sebbene inferiore a quella goduta dal semiconterraneo voivoda transilvano Vlad Tepes Drakul, consegnato all’immortalità dalla penna di Bram Stoker) testimoniata altresì sui versanti cinematografico e musicale.”
(4a di copertina)

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