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Due testi sul ’68

Come raccontare il 1968? L’importanza dei cani sciolti

Francesca Socrate

Sessantotto. Due generazioni

Roma-Bari, Laterza, 2018

 

Gianfranco Manfredi e Luca Casalanguida

Sessantotto.Cani sciolti

Milano, Sergio Bonelli Editore, 2018

 

Due narrazioni non banali del 1968, che non rispolverano memorie di VIP su quegli anni, selezionando giornalisticamente gli emersi e i salvati e lasciando perdere i sommersi, e meritoriamente mettono a fuoco quell’anno senza leggerlo alla luce di quello che seguì. In primo piano i cani sciolti, anziché i leader o gli intellettuali commentatori in contemporanea o a posteriori, che sono stati privilegiati nei resoconti mediatici.

Va detto che nell’ennesimo decennale, il 1968 ci scapita rispetto al quarantennale del 1978 di Moro o al settantesimo della Costituzione e del 1948: nelle rassegne giornalistiche spesso è riassorbito dalla narrazione sulla strategia della tensione ed il terrorismo ed il decennio successivo.

Francesca Socrate si è impegnata in un complesso lavoro di analisi di una serie di interviste che rammemorano la cesura generazionale che marcò quell’anno e ci offre tanto materiale di riflessione utilizzando sofisticati strumenti linguistici che consentono di scavare anche nel “non detto”, nei segnali offerti dalla registrazione orale di testimonianze di protagonisti che restano spesso anonimi.

Interessante la distinzione tra due generazioni che si affacciano sulla scena in quel movimento giovanile, una più matura, nata nei primi anni Quaranta, marcata ancora da vecchi stereotipi ma anche in possesso di una cultura più strutturata e tradizionale, e quella della seconda metà, immersa nella cultura del boom, più ansiosa di cambiamento. Alla prima appartengono non pochi dei leader, che poi ricondurranno il movimento spontaneo verso forme più tradizionali di organizzazione ed espressione politica, i gruppi o partitini della sinistra extraparlamentare che si sedimentano negli anni Settanta.

In assonanza ed empatia con gli intervistati, l’autrice fa opera di storia orale, di analisi linguistica ed antropologica, ma anche di narrazione in prima persona, avendo partecipato giovanissima al movimento studentesco romano. Non sono interviste asettiche, ma partecipate ed in dialogo, e questo conferisce valore aggiunto ad una testimonianza collettiva ed articolata: tante individualità ma unite da un’esperienza che resta incisa nella memoria. Lo sforzo che l’indagine ha richiesto è quello di sfrondare dal “dopo”, e mettere a fuoco quell’anno.

Anche Gianfranco Manfredi, musicista e fumettista, ha compiuto con altri strumenti un’operazione analoga, raccontandoci il 1968 milanese, personalmente vissuto. Ritrae “le gesta, le lotte e gli amori” di un gruppo di studenti che si ritrovano nelle prime occupazioni milanesi: i personaggi sono inventati, ma le esperienze sono state raccolte sulla base di testimonianze di persone reali. Il disegno è affidato a Luca Casalanguida, appartenente ad una generazione successiva, che ha consultato le foto d’epoca ed ha compiuto la ricognizione sui luoghi assieme a Manfredi. Ci ritroviamo una nostalgia del disegno d’antan, con Eva Kant e Diabolik che traspaiono ogni tanto nei ritratti.

In entrambi le narrazioni c’è un protagonismo “collettivo”, ma articolato in tante individualità, mantenendo il carattere “magmatico” del movimento iniziale, fenomeno sociale da indagare e psicologico da ritrarre.

(Silvia Calamandrei)

 

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