Una importante acquisizione: il Carteggio tra Benedetto Croce e Giovanni Laterza
Istituto Italiano per gli Studi Storici
Benedetto Croce / Giovanni Laterza
Carteggio 1931-1943
a cura di Antonella Pompilio
Bari-Roma, Laterza, 2009
L’Istituzione ha ricevuto in dono dalla Casa Editrice, tramite Silvia Calamandrei, questa importante opera, che è in realtà la quarta parte del Carteggio tra i due importantissimi esponenti della cultura italiana del ‘900. Le altre tre precedenti, che comprendono i carteggi a partire dal 1901, sono state pubblicate nel 2004 (1901-1910), 2005 (1911-1920) e 2006 (1921-1930); saranno tra poco disponibili anch’esse in Biblioteca per la consultazione. L’importanza di queste raccolte non sta soltanto nella rilevanza degli “autori”, ma anche nella freschezza di questo tipo di documentazione, che consente di ricreare vividamente tutto un mondo. Una lettura, quindi, anche piacevole, oltre che istruttiva…
[d.p.]
La corrispondenza quasi quotidiana tra Benedetto Croce e l’editore Giovanni Laterza raccolta nei due tomi del Carteggio 1931-1943 a cura di Antonella Pompilio (Laterza 2010) documenta, oltre che uno straordinario rapporto di amicizia, la stretta collaborazione tra il filosofo e il suo editore nello sforzo di mantenere una coerenza di produzione culturale sotto la dittatura fascista, battendosi contro la censura e i sequestri di libri ed utilizzando le armi dell’intelligenza e della diplomazia per superare gli ostacoli e garantire spazi di pubblicazione ad autori italiani e stranieri che potessero nutrire un pensiero liberale alternativo al regime.
Laterza non è solo l’editore delle opere di Croce: le collane della casa editrice sono strumenti culturali di cui Croce è il principale artefice, suggerendo opere italiane e straniere, i loro curatori e i loro traduttori e consigliando permanentemente gli strumenti amministrativi e legali e la rete di relazioni da utilizzare per tenere aperto questo spazio di intervento culturale.
Oggi si parlerebbe di soft power per l’operazione condotta in simbiosi dall’editore e dal suo principale direttore editoriale negli interstizi del regime totalitario.
Questi spazi si fanno tuttavia sempre più stretti dopo le leggi razziali del 1938 e l’alleanza di Mussolini con la Germania nazista.
Un case study che il carteggio consente di ricostruire è quello della Storia d’Europa dello storico inglese Herbert Fisher, che Croce propone nel 1935, conducendo le trattative con la casa editrice britannica e indicando in Ada Prospero Gobetti la traduttrice. Il primo volume esce nel luglio del 1936 e le bozze vengono corrette dallo stesso Croce, in permanente contatto con Ada Gobetti.
Il divieto di acquisto di libri inglesi costringe Croce ad aggirare l’ostacolo facendosi spedire il libro in dono dall’autore. I tre volumi completati e messi in circolazione con regolare nulla osta nel 1938 vengono sequestrati nel febbraio 1939, come Laterza comunica in una lettera a Croce, che stigmatizza l’atto come “enorme” e annota accorato nei suoi taccuini, l’8 febbraio: “Nuovo motivo di tristezza, perché si rinnova per esperienza ciò che pur si sa in generale, che in Italia ora non esiste più nessuna garanzia legale”. Ad aggravare la depressione di Croce verranno poi i sequestri di una serie di opere di autori ebraici, ivi compreso il classico di filosofia neoplatonica del secolo decimosesto di Leone Abrabanel, disposta a fine 1939. Così la commenta sarcasticamente Croce il 9 gennaio 1940:
“Si passa dal sequestrare i libri di scrittori ebrei ai libri composti sulle cose ebraiche[…]. A questo patto bisognerà proibire anche la rivista La Difesa della Razza, che tratta così insistentemente degli ebrei!”
I volumi dell’opera del Fisher, fortunatamente non mandati al macero, saranno restituiti alla casa editrice nell’ottobre del 1943, a seguito di una richiesta inviata dall’editore nell’agosto 1943, nella fase di interregno badogliano.
Che il colpo di stato del 25 luglio e la caduta di Mussolini avessero riacceso le speranze lo si legge nella decisione di Giovanni Laterza, dal letto in cui giaceva gravemente malato, di far scrivere a capo delle lettere e delle fatture del 26 luglio “Sia lodato Iddio”. La stessa formula è usata in un suo telegramma a Croce del 28 luglio: “Ella è presente quanto mai nel pensiero di tutti i componenti Casa Laterza. Sia lodato Iddio”, mentre Giuseppe Laterza è ancora più esplicito: “In questa ora solenne rivolgo commosso affettuoso pensiero a Voi padre della nostra libertà”.
Ma l’incertezza dell’ora è testimoniata da quanto accade a Bari lo stesso 28 luglio, quando un corteo di giovani che festeggia la liberazione dei detenuti politici, tra cui Calogero, De Ruggiero, Tommaso Fiore e Nino Laterza, viene represso dall’esercito, provocando una ventina di morti, tra cui il figlio di Fiore, Graziano.
Giovanni Laterza spira il 21 agosto e Croce rievocherà il sodalizio con lui nel Proemio alla rivista la “Critica” nel suo XLII anno, riprodotto in appendice al II tomo del Carteggio, definendosi l'”anonimo direttore” della Biblioteca di cultura moderna e l’ispiratore dei Classici della filosofia moderna e degli Scrittori d’Italia.
(Silvia Calamandrei)