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Un interessante “sconfinamento”: “Il gran diavolo” di Sacha Naspini

 

Sacha Naspini

Il gran diavolo

Milano, Rizzoli 2013

 

Sacha Naspini, lo scrittore grossetano dei Cariolanti, si è cimentato coraggiosamente col romanzo storico, protagonista Giovanni delle Bande Nere, il Medici bastardo che scorazza nell’Italia del primo Cinquecento, territorio di scontro tra Francesi, Imperiali, Papato, e signorie varie, Sforza, Gonzaga, Della Rovere, e quanti altri.

 L’Italia del grande Machiavelli (che compare) e del fatuo Pietro Aretino (anche lui tra i personaggi)), che soccomberà con il sacco di Roma del 1527. Giovanni è un guerriero formidabile, che muore giovanissimo, e di cui ci resta un ritratto memorabile nel Mestiere delle armi di Ermanno Olmi. La lealtà che ispira ai suoi uomini è un bel esempio di sodalizio, ma tutto intriso di violenza.
Naspini ha ben ricostruito le vicende e sbalzato i suoi personaggi ed ha anche trovato un linguaggio narrativo adeguato.

 E’ diviso però nell’empatia tra il Capitano Giovanni e il giovane Niccolò Serparo Marsicano, il personaggio che gli è più congeniale.

Il Serparo, che coltiva le arti mediche ed ha viaggiato nel lontano Oriente, è l’osservatore delle vicende, l’alter ego dello scrittore. Forse avrebbe meritato più spazio e più libertà d’azione. Ma a volte il romanzo storico ti inchioda, ma c’è spazio per un sequel senza Giovanni.
Speriamo di discuterne insieme a Montepulciano avendo ancora una volta Naspini ospite della nostra Biblioteca.

 

 

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