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Mecenatismo in campo culturale: luci e ombre

Di Artbonus e di altro: un bilancio agli Stati generali della cultura, con qualche lucciola nel buio


Roma, 20 dicembre 2016

Giunti al quinto anno, gli Stati generali della cultura, una iniziativa del Sole 24 ore-Domenicale che punta sulla cultura come volano dell’economia, si sono aperti con il concerto dell’orchestra giovanile di Santa Cecilia, sottolineando il ruolo della formazione e della creatività delle nuove generazioni..

Il focus era sulla musica ed il teatro, con partecipazione delle fondazioni teatrali, ma c’è stato anche un bilancio dell’Artbonus, uno strumento di creazione recente, ancora utilizzato più da mecenati individuali che dalle imprese.

La riflessione sulle possibili modifiche riguarda una maggiore incentivazione alle donazioni collettive e di impresa, affrontando  IL  PROBLEMA DI COME ORIENTARE LO STRUMENTO ANCHE ALLE SITUAZIONI PIU DISAGIATE (cultura come strumento integratore e di coesione sociale).

In particolare l’Assessore alla cultura del Comune di Roma, Bergamo,  ha sollevato il problema degli investimenti privati nelle periferie, laddove il ritorno di immagine è meno immediato. Interessanti in proposito le esperienze milanesi riferite dall’Assessore alla cultura del Comune di Milano,  Del Corno, in relazione alla Fondazione Prada intervenuta nell’area periferica, per poi usufruire altresì di uno spazio di prestigio in centro.

Massarenti del Domenicale del Sole e Sacco, docente di economia della cultura, hanno analizzato le problematiche del mecenatismo sostenendo che le ricadute non vanno calcolate solo in termini di ritorno di immagine o di bigliettazione, ma di crescita culturale dell’utenza e della cittadinanza, e di una assunzione di responsabilità nei confronti del patrimonio bene comune. Il mecenatismo privato deve essere complementare e non sostitutivo e fondamentale è l’orientamento pubblico. In una società che invecchia e dove il problema della salute diventa centrale anche le ricadute in termini di benessere che la cultura apporta non vanno trascurate. Sacco si è soffermato su un possibile ruolo di punta dell’Italia in termini di digitalizzazione del patrimonio e di gamification: ci potrebbe essere un vantaggio competitivo sfruttando anche la Brexit.

Per il futuro fondamentale puntare sulle nuove generazioni, la formazione scolastica in campo artistico culturale, l’aumento delle risorse cognitive, la forrnazione scientifica.

(Silvia Calamandrei)

 

 

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