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Libri ricevuti: “Contro scettici e disfattisti. Gli anni di Ciampi 1992-2006” di Umberto Gentiloni Silveri

Libri ricevuti:  Ciampi: il tecnico ed il politico

 

Umberto Gentiloni Silveri

Contro scettici e disfattisti. Gli anni di Ciampi 1992-2006

Roma-Bari, Laterza, 2013

La bibliografia su Ciampi è già molto ricca, con autobiografie, interviste ed analisi della sua esperienza di governo e alla presidenza; ora, attingendo ai suoi diari, e verificando con interviste al presidente emerito le sue ipotesi di ricostruzione e la sua selezione dei fatti più significativi, uno storico della politica ci narra il suo percorso da tecnico prestato alla politica a presidente della Repubblica.

Un nuovo bilancio della lunga “transizione italiana”, che sembra non riesca mai a concludersi, in cui Ciampi ha svolto un ruolo peculiare da rivendicare contro facili analogie. E sembra che Carlo Azeglio abbia ancora voglia di mettere i puntini sugli i e di chiarificare alcuni episodi contro eccessive semplificazioni.

Due grandi scommesse guidano Ciampi, quella dell’euro e dell’ancoraggio all’Europa, che caratterizza soprattutto il suo impegno come presidente del consiglio e poi ministro del tesoro, e quella dell’unità nazionale, salvaguardata contro i propositi secessionisti, nella continua ricerca di un dialogo con la cittadinanza come Presidente.

La dimensione europea è nel DNA della sua generazione, come antidoto contro le guerre del passato e contro le chiusure negli egoismi e nei particolarismi. E’ una scommessa contro il tempo che gli appare vincente facendo leva sull’europeismo innato dell’opinione pubblica, disposta a sacrifici per una scelta tutto sommato condivisa. Sembra possibile rilanciare le ambizioni di una comunità nazionale che si annovera tra i paesi fondatori dell’Europa.

A posteriori ci si rende conto che fu una breve primavera, “un passaggio chiave che non avrà la forza e  la capacità di intaccare costanti antiche, vecchie e nuove debolezze di un sistema paese fiaccato dalle proprie difficoltà”. “Una nuova sinergia con l’Europa e con il mondo si affianca e si sovrappone ai limiti e ai difetti di un’Italia che non riesce a modernizzare apparati, costumi, consuetudini”.

Nella ricostruzione del settennato particolarmente interessanti le pagine sulla politica estera, che documentano l’insofferenza di Ciampi per la sottrazione da parte di Berlusconi di responsabilità che gli competono, esautorando lo stesso Ministero degli esteri. Una linea diretta con la Casa Bianca di Bush che porta ad assumere impegni contrastanti con la tradizionale collocazione del paese e i disposti costituzionali. Ciampi contrasta questa deriva, riconducendo gli impegni italiani negli ambiti definiti dall’articolo 11.

Altro aspetto significativo quello del “conflitto d’interessi”, su cui ha sempre auspicato un intervento sorprendendosi della mancanza di iniziativa della sinistra. Ancor oggi Ciampi si rammarica della mancata soluzione del problema che ha esasperato conflitti interni e minato l’immagine internazionale.

Nelle conclusioni l’autore si chiede se Ciampi sia un anticipatore o un uomo deluso: lui stesso ha dichiarato di non riconoscersi nel paese quale si presenta oggi; eppure c’è un filo rosso che il suo percorso aiuta a ricostruire e che può contribuire a tracciare strade per il futuro, recuperando energie e disponibilità.

[Silvia Calamandrei]

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