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Il terzo e il quarto incontro di “A Ottobre piovono libri”

Il terzo e il quarto incontro di “A Ottobre piovono libri”

 

Sabato 24 ottobre, ore 17.30, Palazzo del Capitano (Piazza Grande), Sala Master

Presentazione del libro

LA LIBELLULA

Di Bert D’Arragon

 

Con una introduzione della Presidente della Biblioteca e del Presidente dell’Istituto storico della resistenza di Pistoia, Barontini, viene presentato La Libellula di Bert d’Arragon,  un’opera che di colloca a metà tra la ricerca storico-archivistica e la fiction. A colpirci è l’ambientazione a Montepulciano, da cui si dipana e dove si conclude il filo della narrazione e la scelta di mettere al centro una coppia omosessuale e le sue peripezie nella resistenza al fascismo. E’ nella Montepulciano di oggi che parte la ricerca a ritroso su materiali archivistici che documentano la vicenda drammatica di un nonno ritrovato  a distanza di decenni dal nipote studente al Liceo Poliziano.Non mancano i colpi di scena, con lettere ritrovate in un convento di suore e memoriali di prostitute, che si vengono ad aggiungere ad una autobiografia romanzata; la narrazione alterna la terza persona alla presa diretta dei materiali, anch’essi però di fantasia.Il periodo storico affrontato  va dalla marcia su Roma e l’assassinio di Matteotti  agli ultimi episodi della resistenza a Montepulciano, con l’impiccagione del patriota Marino e le trattative sugli ostaggi condotte dal vescovo Giorgi.

L’autore, Bert  D’Arragon, è arrivato in Toscana dalla Germania nel 1985 e qui si è stabilito, laureandosi a Firenze in archeologia; attualmente è Presidente dell’Arcigay Toscano.Una delle sue prime tappe in Toscana è stata Montepulciano, raggiunta in bicicletta: le descrizioni del paese e dei dintorni sono accurate e testimoniano l’innamoramento per questi luoghi. Averlo ospite offre l’opportunità  per discutere più approfonditamente con lui del suo romanzo, anche alla luce della “memoria storica” stratificata e custodita e studiata nei nostri Archivi. A distanza d più di cinquant’anni stiamo ancora ricostruendo i dettagli delle vicende della resistenza nel nostro territorio ed un preziosissimo contributo ce lo stanno dando le carte del leggendario comandante Ciclone della battaglia di Monticchiello, Lidio Bozzini, donate al nostro Archivio.  Ad esse si affiancano i documenti dell’Archivio comunale e le carte messe a disposizione dalla famiglia Bracci, preziose per ricostruire il difficile passaggio dal fascismo, alla resistenza, alla liberazione. Giovani ricercatori e studiosi locali, che stanno già lavorando su queste carte (Matteo Polo, Alessandro Angiolini, Lucia Musso, Matteo Polo e Francesca Cenni interverranno per approfondire il confronto tra realtà storica e fiction, a cui l’opera di Bert d’Arragon ci stimola.

(scheda di Silvia Calamandrei)

 

Domenica 24 ottobre, ore 16, Biblioteca Comunale (Via Ricci – Palazzo Sisti)

L’ACQUEDOTTO DI MONTEPULCIANO: UN ESEMPIO DI OPERA PUBBLICA DELL’ITALIA LIBERALE

 

Presentazione: 

Nel 1894 Montepulciano ebbe, per la prima volta nella sua storia (per quel che se ne sa) un acquedotto che consentì ai cittadini di disporre di acqua potabile di buona qualità, provenienti da sorgenti nel territorio di Sarteano, in misura sufficiente e soprattutto non legata alle piogge. L’opera pubblica, finanziata dal Comune e costata poco più di 200.000 lire d’allora,  fu di tale importanza all’epoca che fu festeggiata con grandi cerimonie e con la costruzione di una imponente fontana in Piazza Grande, poi smantellata (quel che ne resta – un obelisco e quattro leoni araldici in travertino – è stato rimontato come monumento ai Giardini di Poggiofanti). Oggi, in un momento in cui sia per la variazione climatica in corso, sia per l’enorme aumento del consumo nei paesi cosiddetti industrializzati, la disponibilità dell’acqua pro-capite comincia a farsi incerta, ci si può di nuovo rendere conto della rivoluzione che a quei tempi costituì l’evento. Indispensabile alla vita, era disponibile in una cittadina in cima a un monte come Montepulciano, solo attraverso cisterne di raccolta delle piogge, dove il prezioso liquido rimaneva conservato senza rinnovarsi per lunghi mesi, soprattutto d’estate, con gravi rischi di inquinamento e di esaurimento. La gestione delle cisterne era talmente importante che le Contrade, suddivisioni amministrative del centro, ne facevano il cardine della loro disponibilità finanziaria, conservandole e restaurandole, ma anche vendendone il contenuto.

Come si vede una gestione difficile, costosa e pericolosa per la salute pubblica. Per questo la costruzione dell’acquedotto fu un grande evento, e motivo di orgoglio per la classe dirigente locale che senz’altro la vide come una prova tangibile delle possibilità del nuovo mondo, nato dal Risorgimento. E per questo oggi la rievocazione di quell’evento non può disgiungersi da una riflessione sull’uso dell’acqua nel mondo contemporaneo, sui suoi rischi, sugli sprechi, sulla sua reale disponibilità.

Domenica 24 ottobre alle 16, presso la sede della Biblioteca Archivio Comunale “Piero Calamandrei”, via Ricci 6, si terrà per questo una Tavola rotonda sull’uso moderno dell’acqua; seguirà la presentazione della prima parte di una esposizione documentaria sulla storia degli acquedotti di Montepulciano, dedicata proprio ai lavori del 1894. L’esposizione, inserita ufficialmente nel quadro delle celebrazioni per il 150° dell’unità d’Italia, rimarrà aperta fino alla primavera del 2011. L’esposizione presenta anche una curiosità: un componimento poetico di Piero Calamandrei, databile agli inizi del ‘900, intitolato “Lode all’acqua”:

“…l’acqua, d’ogni virtù dolce mistura,

                        Ospite, liba.”

 

 

 

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