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Il libro della settimana…dal 30 maggio al 4 giugno 2011: “Un’americana alla corte dei Savoia” di Caroline Marsh

Caroline Marsh

Un’americana alla corte dei Savoia

Torino, Umberto Allemandi, 1994

 

“Ci si sente inappagati alla fine della lettura di “Un’americana alla corte dei Savoia”, estratto del diario redatto da Caroline Crane Marsh (1816/1901), seconda moglie del primo ambasciatore statunitense a Torino, capitale dell’Italia appena unificata nel 1861. Infatti, nonostante la scrupolosa selezione curata da David Lowenthal e Luisa Quatermaine nel libro edito da Allemandi (o forse proprio per questa), non si può fare a meno di desiderare di saperne di più sul soggiorno torinese di quella straordinaria coppia. Il diario che l’autrice detta alla nipote Carrie e che copre solo gli anni della residenza in Torino, consta di 17 quaderni scritti fittamente e solo un terzo circa ne viene riprodotto.

Caroline Marsh ci porta dentro ai salotti che ‘contavano’: nel suo, nel teatro Regio, nei ricevimenti di corte. Ci fa sentire i pettegolezzi e i dibattiti politici di quel frenetico periodo storico vissuto dalla capitale di uno Stato in costruzione e, alla fine del resoconto giornaliero, si vorrebbe restare ancora un pò in casa sua per conoscere anche ciò che si può solo intuire dallo scritto. “Il signor Marsh” (George Perkins Marsh, Woodstock 1801- Vallombrosa 1882) come lo chiama la moglie, oltre ad essere un conosciuto e fine diplomatico, è anche un celebrato naturalista, autore di testi importanti come “L’uomo e la natura, ossia la superficie terrestre modificata per opera dell’uomo”. Considerato da alcuni studiosi suoi connazionali come il più influente ambientalista dell’epoca, l’ambasciatore è anche uomo di grande cultura che scrive e parla correttamente almeno sette lingue (nell’introduzione al libro si parla addirittura di venti) ed è un lavoratore instancabile, diviso tra l’impegno politico, lo studio e le ricerche sul campo. Caroline Marsh gli è sempre accanto, attenta alle questioni politiche che lo coinvolgono e non estranea alle sue ricerche, collabora materialmente alla stesura degli scritti, non tralasciando gli impegni mondani e gestendo rapporti con i più influenti personaggi di quegli anni. E’ così che, giorno dopo giorno, emergono innumerevoli figure e scenari attraverso descrizioni che, pur essendo condotte con il dovuto rispetto verso il Paese ospitante, non nascondono ironica perplessità verso i tradizionali riti dell’aristocrazia torinese, visti attraverso la lente di una donna borghese di religione protestante. Assistiamo, quindi, a vicende politiche tumultuose, con soventi crisi di governo difficili da gestire, tra un problematico “dopo Cavour” e il delicato confronto tra il nuovo Stato e il Vaticano. L’ambasciatrice contesta vivamente l’atteggiamento di quest’ ultimo, non risparmiando considerazioni nettamente anticlericali. Caroline Marsh non fa mistero delle simpatie per Ricasoli e dell’avversità nei confronti di Rattazzi, al quale viene imputato un comportamento personale sconveniente. Troviamo l’appassionata arringa dove, contro le affermazioni maschiliste del generale Menabrea in visita, sostiene “se la natura ha reso gli uomini molto diversi dalle donne, scopo dell’educazione dovrebbe essere avvicinarli anziché aumentare le differenze”. Per Garibaldi nutre una vera e propria ammirazione: “Dio volesse che potessimo avere un uomo di questa tempra dall’altra parte dell’oceano”. Verso la fine dell’agosto 1862, ne segue le vicende giorno per giorno, dallo sbarco in Calabria al suo ferimento sull’Aspromonte. In seguito riporta alcune note sull’attività del marito che sembrano confermare il fatto che vi sia stata da parte degli Stati Uniti un’offerta al generale, per un intervento nelle file dell’esercito nordista. Del re galantuomo Vittorio Emanuele II esalta il suo gran cuore rammaricandosi però, che “non abbia ricevuto in qualche modo un’educazione morale”. Si legge ancora del d’Azeglio e dell’affascinante Contessa di Castiglione e lunga è la lista dei protagonisti che sfilano nel suo mondo degli anni di Torino capitale, contestuali alla guerra di secessione americana, vicenda che non dimentica (ma della quale non vengono riportate nel libro la maggior parte delle annotazioni). Pure non disdegna colloqui con la servitù e popolani, dispiacendosi di non comprendere tutto a causa di “questo abominevole dialetto piemontese”.

Tra cronache di problemi logistici (traslochi e ricerca di robe da indossare nelle grandi occasioni), pettegolezzi e piacevoli escursioni, nelle quali affronta notevoli difficoltà a causa della sua salute precaria (è seminvalida e quasi cieca), emerge una Torino che una fluida quanto spigliata narrazione fa uscire dai libri di storia. Le ultime pagine del libro riportano le drammatiche giornate di disordini provocati dall’annuncio del trasferimento della capitale a Firenze e la conseguente repressione con morti e feriti.

Il diario si interrompe con il trasferimento dei coniugi Marsh a Firenze.”

Valter Roncaglione

(dalla pagina internet http://www.cralcrt.com/biblionew/recensioni/lettipervoi/001marsh.pdf. La pagina fa parte del sito http://www.cralcrt.com/, Circolo Unicredit Torino, via Nizza 150 – 10126 Torino)

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