-------- Il libro della settimana…dal 10 al 15 gennaio 2011: “Giuliano” di Gore Vidal – Biblioteca Montepulciano Calamandrei
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Il libro della settimana…dal 10 al 15 gennaio 2011: “Giuliano” di Gore Vidal

Gore Vidal

Giuliano

Roma, Fazi, 2009

 

Giuliano di Gore Vidal

Accuratezza storica e un occhio alla contemporaneità per questo romanzo del 1964.

di Giancarlo Susanna

Da qualche tempo Fazi sta ripubblicando i libri di Gore Vidal, colmando finalmente un’imperdonabile lacuna della nostra editoria. Non vogliamo riaprire in questa sede l’eterno discorso sul funzionamento del mercato, ma è assurdo che i libri abbiano una vita così breve: stanno sui banconi e sugli scaffali per qualche mese e poi, a meno che non abbiano avuto “successo”, scompaiono dalla circolazione; alcuni finiscono nei remainders – ed è una fortuna – a altri vengono mandati al macero. (1)
Questa nostra rubrica è dedicata ai “classici” e forse qualcuno dei lettori di Rai Libro si meraviglierà di trovarci Giuliano, che è stato pubblicato negli Stati Uniti “soltanto” nel 1964. Il trascorrere del tempo non è comunque l’unico criterio che seguiamo nell’individuare i libri da segnalarvi in questo spazio.
C’è prima di tutto la qualità della scrittura, quel “quid” unico e speciale che fa sì che un libro entri con prepotenza nella nostra vita quotidiana e non la lasci finché l’ultima pagina sia stata letta. Giuliano questo “quid” lo possiede senza essere un libro “facile”. Racconta la breve esistenza dell’imperatore Giuliano Augusto, noto più che altro per aver tentato di restaurare il culto degli antichi dei e di arginare l’espansione del cristianesimo, ma non si limita a questo. Descrive un mondo, ne rintraccia i movimenti filosofici e intellettuali, ci consente alla fine -nonostante lo stesso Vidal neghi questa possibilità nella sua introduzione – di comprendere con maggior chiarezza la società in cui viviamo.
Specialmente in questi ultimi tempi, se si pensa al dibattito che si è scatenato sull’eventuale riferimento alle “radici cristiane” nella stesura della carta costituzionale dell’Europa. Grazie a Giuliano, detto l’Apostata dai suoi detrattori, Vidal indica ai suoi lettori un segmento della storia della cultura occidentale non a tutti noto e (forse) colpevolmente dimenticato.

Un romanzo storico, dunque?
“(…) è, naturalmente un romanzo storico. O meglio, un antiromanzo storico. Narrando la vicenda dell’Apostata, dalla sua infanzia alla morte in giovane età, è anche un ipermanieristico romanzo di formazione. Ed è, infine, un romanzo-saggio. Nel momento in cui registra il massimo di credibilità concesso alle biografie, ai documenti, “Giuliano” registra, e dall’interno della narrazione, a livello di struttura, il massimo di sfiducia nella storia e nel romanzo, nella loro irrealtà e reversibilità, in questo accostabile al libro più noto di Vidal, Myra Breckinridge“. (2)

“La struttura che Vidal impone al proprio romanzo è allo stesso tempo lieve e grandiosa, come quella di un tempio classico. Diciassette anni dopo la morte di Giuliano, il vecchio Libanio, un filosofo pagano che fu insegnante e intimo dello sfortunato imperatore, e che tuttora lo venera, decide di riabilitarne la memoria scrivendone, senza peli sulla lingua, una biografia così ben documentata da confutare una volta per tutte le infamanti falsità diffuse dai cristiani contro di lui.
Libanio intende dimostrare che la lotta di Giuliano contro il cristianesimo era giusta e che sarebbe riuscita vittoriosa se i cristiani non avessero congiurato contro l’imperatore uccidendolo a tradimento. Le prove sono in mano a Prisco, anch’egli pagano, vecchio compagno-filosofo dell’imperatore, che, alla morte di questi, era riuscito a trafugarne i diari e le memorie, scritte da Giuliano durante gli ultimi quattro mesi di vita, forse presagendo la sua tragica fine.
Il romanzo racconta lo scambio epistolare di documenti tra Libanio e Prisco, ormai vecchi brontoloni che non hanno più nulla da perdere, e consente così la lettura delle preziose memorie imperiali, commentate in controcanto dalle osservazioni affettuosamente sarcastiche dei due filosofi”. (3)

Un congegno perfetto, che permette fin dalle prime pagine di entrare nel cuore della vicenda e trasporta il lettore nell’epoca in cui si svolgono i fatti.

“Dei quattro romanzi più fortunati che narrano vite di imperatori romani (Memorie di Adriano della Yourcenar, Io, Claudio e Il divo Claudio di Graves, Giuliano di Vidal) questo è di gran lunga il più “colto”, il più ricco di riferimenti a luoghi e fatti precisi, quello che si muove più disinvoltamente tra le figure che si affollarono intorno a Giuliano e nei luoghi innumerevoli in cui, da pagano errante, egli fu spedito o si spedì.
Nicomedia, Costantinopoli, Macellum, Pergamo, Efeso, Atene (“dove persino i vetturini conoscono Omero”), Milano, Como, Torino, Vienne, Reims, Colonia, Parigi, Sirmio, Eraclea, Antiochia, Tarso, senza contare le tante località minori e le città conquistate nella fatale spedizione persiana.
Manca Roma perché Giuliano, imperatore romano e visionario cultore del genio di Roma, mai a Roma volle mettere piede, restando, in tutta la sua breve esistenza, sempre e solo asiatico per istinto, greco per cultura, universale per intenzione di conquiste. Del resto la stessa nomina ad Augusto gli venne non dai romani, secondo il costume romano, ma dai barbari, secondo i loro rituali”. (4)

(1) Vi ricordiamo a questo proposito “Il golem di Verona” dalle “Cronache italiane” di Sandro Veronesi, Mondadori, 1992.
(2) Franco Cordelli, da “I cento romanzi stranieri 1944-1986”, Europeo/RCS, 1986.
(3) e (4) Domenico De Masi, postfazione a “Giuliano”, Fazi, 2003.

 (dal sito http://www.railibro.rai.it/articoli.asp?id=180)

“Abbandonati gli studios e dopo una breve parentesi politica (si candida per il Congresso nel 1960, l’anno dell’elezione alla Casa Bianca di John F. Kennedy), Vidal, con il compagno Howard Austen si trasferisce in Italia. Dopo aver preso casa a Roma, in Largo di Torre Argentina, si butta a capofitto nello studio dell’antichità classica, si documenta presso le maggiori biblioteche capitoline e inizia così la stesura di Giuliano (1964). Il romanzo narra la vita privata e le scelte politico-militari di Giuliano, imperatore romano del quarto secolo, nipote di Costantino, che durante i brevi anni del suo regno tenta di restaurare il culto degli dèi pagani, passando per questo motivo alla storia con l’appellativo di “Apostata”.”

(da “Wikipedia”, Gore Vidal)

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