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Giochi di competizione nel Terzo millennio: “Le potenze del capitalismo politico…” di Alessandro Aresu

Alessandro Aresu

Le potenze del capitalismo politico; Stati Uniti e Cina

Milano, La Nave di Teseo, 2020

 

Allievo di Guido Rossi e di Massimo Cacciari, Aresu sembra ispirarsi allo stile di quest’ultimo nella complessità ed oscurità del periodare, rendendo questo saggio di più di 400 pagine (privo di bibliografia) una lettura non agevole, nonostante la quantità di spunti e riferimenti che offre.

Va detto che di Cacciari ce n’è uno solo che meriti lo sforzo, anche nel suo eclettismo tematico; ma qui abbiamo una collana da lui diretta, intitolata KRISIS, che come lui scrive “si muove tra diritto e filosofia, interrogandosi sulla crisi di vecchi istituti. […] La crisi suggerisce ricognizione del passato e sguardo verso il domani. Insieme, de-pone e im-pone”.

E dunque ospita un saggio ambizioso, che spazia nei secoli per spiegare la globalizzazione ed i suoi conflitti.

Ci sono tanti maestri sacri dell’economia, della sociologia e del diritto, da Weber a Schumpeter, da Adam Smith a Carl Schmitt, per accompagnarci con citazioni nel ripercorrere le vicende del capitalismo fino alla sua versione statunitense o a quella “con caratteristiche cinesi”.

Evocativa e suggestiva, ma non sufficientemente documentata, l’adesione autentica della leadership cinese ai paradigmi di Adam Smith nel versante etico della Teoria dei sentimenti morali, che troverebbe un corrispettivo nella ricerca dell’armonia confuciana. Utile strumento interpretativo, rispetto alla tecnocrazia mandarina assurta al potere con Deng Xiaoping, il ripescaggio della Burocrazia celeste, lo studio di Étienne Balazs del 1968 (traduzione italiana per Il Saggiatore nel 1971) che sottolinea la continuità storica della burocrazia cinese per rispondere alla domanda ricorrente sulla mancata nascita del capitalismo in Cina, nonché a quella di Needham sulla mancata rivoluzione scientifica ed industriale.

La corsa alla burocratizzazione, già intravista da Weber, tende ad omologare Oriente ed Occidente verso uno statalismo burocratico e tecnocratico, che se in Cina è dominato dal Partito Comunista Cinese, negli Stati Uniti è controllato dal sistema della sicurezza nazionale, due “capitalismi politici” che si contendono il mondo spiazzando l’Europa.

Secondo Aresu il “modello sociale europeo” non ha avvenire, ed abbiamo assistito al tramonto del sogno socialdemocratico europeo: i trenta anni gloriosi sono alle spalle, e dalla crisi del 2008 l’Europa non ha saputo riprendersi. L’Europa soffre di un deficit di innovazione sistemico e nell’alta tecnologia è stretta tra Stati Uniti e Cina. La sua debolezza risiede nei limiti della sua unificazione, in quanto non esiste un capitalismo europeo come entità autonoma.

Curiosamente, Aresu è riuscito a ritrovare un evento italiano del 1954, il settimo centenario della nascita del Marco Polo, celebrato sotto gli auspici dell’ISMEO di Giuseppe Tucci alla presenza di grandi sinologi, ivi compreso Étienne Balazs, e ci preannuncia che nel 2024 sarà organizzata una grande celebrazione della morte di Marco Polo a Venezia. Con lo sguardo sul domani auspicato da Cacciari nel presentare la collana, Aresu ci fa sapere che la presenza di Xi Jinping all’inaugurazione “paralizzerà la città” e che il flusso dei turisti sarà sostituito dai cinesi italiani ed europei chiamati a raccolta dal presidente cinese in persona “per fare il punto sul contributo dei cinesi europei al grande sogno cinese in patria”.

Attingendo al passato, all’evento del 1954,. Aresu mette in bocca a Xi Jinping nel 2024 un omaggio dantesco ripreso dagli atti del convegno ISMEO pubblicato da Olschki, nonché conclusioni enigmatiche riprese letteralmente dall’intervento di Balazs cui si accenna a collisioni di civiltà: “Più le civiltà sono differerenti, straniere l’una all’altra, più violento sarà lo shock materiale o spirituale, più feconde saranno le ripercussioni della collisione”.

Perché questa distopia in una Venezia che si inabissa in una interminabile agonia (sempre citando l’autore) ed ospita un convegno completamente sponsorizzato dai cinesi, che avrebbero già preso accordi in tal senso col Comune di Venezia (evidentemente Aresu ha le sue fonti)?

Forse perché l’avvenire è più incerto di quanto il saggio di Aresu voglia prospettare, tanto più dopo il corona virus, al quale è stato inserito a posteriori un brevissimo cenno nella seconda edizione (maggio 2020).

Già, perché il lavoro di Aresu, come altri dedicati all’ascesa irresistibile della Cina nel campo delle tecnologie dell’avvenire, è stato scritto pre-Corona virus, e le sorti della globalizzazione e della competizione CINA USA sono tutte da verificare. E chissà che l’Europa non ne esca un pochino meglio di quanto Aresu ci prospetti. De-posizioni, im-posizioni? Si vedrà.

(Silvia Calamandrei)

 

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