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Bach e il Tao: “Il pianoforte segreto” di Zhu Xiao-mei

Bach e il Tao

Zhu Xiao-mei

Il pianoforte segreto

Bollati Boringhieri 2018

 

La drammatica autobiografia della pianista Zhu Xiaomei, acclamata come una delle migliori interpreti delle Variazioni Goldberg, è uscita in Francia nel 2007, ed arriva da noi in traduzione una decina di anni dopo, quando Zhu ha potuto finalmente tornare a suonare il pianoforte in patria. La sua tournée del 2014 l’ha vista acclamata a Pechino e Shanghai, da giovani che non hanno memoria della censura e persecuzione subita dalla musica occidentale negli anni della Rivoluzione culturale, quando si potevano suonare solo le otto opere rivoluzionarie modello sponsorizzate da Jiang Qing.

Probabilmente anche da noi in Italia si è persa la memoria di eventi che pure furono molto popolari, ed infiammarono la gioventù tanti decenni fa, e ben venga questa ennesima memoria delle ferite e cicatrici lasciate dalla Rivoluzione culturale su una bambina prodigio del pianoforte nata nel 1949. Figlia di persone le cui origini erano oggetto di sospetto, la sua vita, già non facile quando le selezioni si basavano sulla buona origine di classe ed i meriti rivoluzionari, risulta ulteriormente sconvolta dalle vicissitudini della Rivoluzione culturale, vissuta prima al Conservatorio di Pechino e poi in campo di lavoro. Anche il pianoforte che la famiglia teneva in casa è titolo di conservatorismo e appartenenza alla borghesia reazionaria, e Zhu deve nasconderlo e mascherarlo per poter continuare ad esercitarsi su di esso.

La sua brillante carriera internazionale, avviata tardivamente dopo esser riuscita sulla trentina a lasciare la Cina, è un esempio di tenacia e forza di volontà: la determinazione l’ha sorretta prima nel campo di lavoro e poi negli umili lavori accettati per sopravvivere negli Stati Uniti e in Francia, fino a vedersi riconosciuto il suo eccezionale virtuosismo.

Ma soprattutto interessante nelle sue memorie la riflessione sul nesso tra filosofia taoista e Bach, per spiegare il suo approdo felice alle variazioni Goldberg. È come se nel pensiero cinese ci fosse una chiave per accostarsi e interpretare Bach. Leggetevi i suoi commenti all’Aria delle Variazioni e all’opera 111 di Beethoven per comprendere il nesso con il filosofo taoista Lao Tzu e la sua saggezza. La meditazione sull’importanza del non essere, del vuoto, è quanto l’ha accostata all’armonia serena di Bach. Ma l’intensità della sua interpretazione è frutto anche di una irripetible esperienza di vita, meditata e raccontata con grande sincerità ed onestà.

(Silvia Calamandrei)

 

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