Skip to content Skip to left sidebar Skip to footer

Un importante momento della nostra storia del Novecento: “La liberazione di Roma” di Gabriele Ranzato

Gabriele Ranzato

La liberazione di Roma, Alleati e Resistenza

Roma-Bari, Laterza, 2019

 

Con questo corposo volume Gabriele Ranzato ci offre un’ampia ricostruzione della liberazione di Roma, scandagliando l’enorme documentazione disponibile, dalle memorie contemporanee e a posteriori, alle testimonianze d’archivio delle varie strutture militari e poliziesche operanti, alle richieste di riconoscimento dell’attività partigiana presentate nel dopoguerra dai singoli e dai partiti politici, ai processi contri i criminali fascisti e tedeschi, alla storiografa angloamericana sulla campagna d’Italia nonché ai dispacci e alle memorie dei protagonisti di quella campagna.

E col termine “liberazione” vuole riferirsi ai liberatori esterni, angloamericani, che premono dallo sbarco di Anzio in poi e il cui arrivo è atteso come “imminente” mentre si farà sospirare, ai liberatori interni, ovverosia le forze della resistenza, protagoniste della lotta armata in città e nei dintorni, nonché dei sabotaggi delle strade e delle ferrovie e della raccolta di informazioni trasmesse agli Alleati, ed infine della grande maggioranza dei LIBERATI, quella popolazione romana che l’autore reputa non abbia dato sufficiente prova di gratitudine nei confronti delle truppe anglo-americane.

L’attesismo, alimentato in primis dal Vaticano, è sentimento diffuso nella popolazione romana e spiega anche la mancata insurrezione, o comunque un’azione di supporto all’entrata delle truppe liberatrici. Nei nove mesi dell’occupazione sono le forze della resistenza, ed in primo luogo quelle comuniste organizzate nei GAP, ad agire di sponda agli Alleati, assestando colpi durissimi che provocano feroci rappresaglie, come le Fosse Ardeatine e le deportazioni del Quarticciolo.

L’analisi è dettagliata e problematica, sfatando una serie di ricostruzione retoriche e mettendo sul tappeto le tante contraddizioni, dalla rivalità tra inglesi ad americani, all’implosione delle istituzioni monarchiche e dell’esercito italiano sbandato dopo l’armistizio, alle tensioni tra le varie componenti della resistenza, all’estrema cautela vaticana. In quel groviglio drammatico la stessa documentazione è lacunosa e le ricostruzioni storiche a posteriori hanno spesso forzato la realtà dei fatti. Puntigliosamente Ranzato ricostruisce e compara le varie versioni, sottolinea le incongruenze, apre nuovi interrogativi.

Ci sono però due punti fermi per l’autore: il ruolo fondamentale dell’impegno degli Alleati nella liberazione dell’Italia, nutrito dell’etica della libertà e della democrazia, e l’importanza della coraggiosa battaglia dimostrativa dei partigiani romani, soprattutto comunisti, per il riscatto dell’Italia agli occhi degli Alleati.

Tra le fonti è privilegiato il diario intimo di Franco Calamandrei “nella sua dimensione umanissima, fatta, oltre che di determinazione combattiva, anche di imprudenze, di errori, di paure di dubbi, di scoraggiamenti, e capace dunque di far percepire il suo autentico valore molto più di tante narrazioni pubblicistiche, popolate per lo più da vari “milites gloriosi” che facevano stragi di tedeschi. Ma spesso viene citata anche la sua compagna Maria Teresa Regard, per la sua schiettezza di testimonianza sia pure retrospettiva.

(Silvia Calamandrei)

 

« Torna indietro