-------- Un bel testo di Mo Yan, Premio Nobel 2012 per la letteratura: “Cambiamenti” – Biblioteca Montepulciano Calamandrei
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Un bel testo di Mo Yan, Premio Nobel 2012 per la letteratura: “Cambiamenti”

Mo Yan

Cambiamenti

Roma, Nottetempo,  2011

 

                Ai primi di dicembre lo scrittore cinese Mo Yan andrà a ritirare il suo premio Nobel, che parecchie controversie ha suscitato tra i commentatori; le critiche sono comunque rivolte alla sua posizione troppo filogovernativa e nessuno ha messo in discussione le sue qualità letterarie.

Ancora una volta ci si interroga se in una società dove vige la censura e l’autocensura uno scrittore possa esprimersi liberamente (non è un caso che lo pseudonimo Mo Yan significhi “Non parlare”, “Restare in silenzio”) e se la sua mancata denuncia esplicita non infici la sua opera. Gli stessi interrogativi possono valere  per Zhang Yimou, il regista di Sorgo rosso, che ha messo in scena la mirabile inaugurazione delle Olimpiadi del 2008, all’insegna dell’orgoglio nazionalista cinese.

Per aiutare a conoscere Mo Yan, risulta prezioso questo breve racconto autobiografico, tradotto da Patrizia Liberati, in cui lo scrittore ci narra il suo percorso di vita senza mancare di sfruttare le sue doti ironiche e sarcastiche e la vena fantastica-favolistica.

Mo Yan è di origine contadina e dopo essere stato cacciato da scuola avendo terminato solo le elementari si è fatto strada seguendo l’itinerario classico nella società cinese per i figli dei contadini che vogliano emergere: l’Esercito di Liberazione.  Se l’iscrizione al Partito comunista è la strada per la selezione dei quadri dirigenti della politica e dell’amministrazione, entrare nell’esercito  significa una seconda chance per chi ha talento; e Mo Yan, dopo varie esperienze nella logistica dell’esercito, riesce ad affermarsi come scrittore, dando voce alla sua terra d’origine e alla Cina profonda contadina.

Coprotagonista del racconto è il compagno delle elementari  He Zhihu, che ha una storia molto più “irregolare” ed avventurosa, ma riesce a farsi strada anche lui nella nuova Cina delle “riforme”, del commercio e dell’imprenditoria, con la sua capacità inventiva di trafficante.

Protagonisti della parte più favolistica sono invece  i due camion Gaz-51 di fabbricazione sovietica che hanno fatto la guerra di Corea, che l’autore sogna di far incontrare e ballare assieme come due innamorati.

Anche in questo racconto biografico vita e favola si mescolano come nei migliori romanzi di Mo Yan.

(Silvia Calamandrei)

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