Toscana double-face: “Tropico di Gallina” di Mattia Nocchi
Mattia Nocchi
Tropico di Gallina
Milano, ExCogita, 2019
Edito da ExCogita, la casa editrice di Luciana Bianciardi, e frutto di una esercitazione nella Masterclass della IULM sui mestieri dell’editoria, questo romanzo breve o racconto lungo ambientato sul 43mo parallelo, che taglia la Cassia in quel di Gallina avrà sicuramente estimatori tra i fans locali radicati tra le colline e le crete della Val d’Orcia, antica scabra landa contadina trasformatasi in un must del turismo paesaggistico ed in seducente location per set cinematografici più o meni colti.
Mattia Nocchi usa due registri per raccontarci questo microcosmo diviso tra nostalgia del passato e proiezione nel futuro, quello per intenderci del Bar Lume e dell’ironia sui personaggi toscani e quello affabulatorio e drammatico che ci ha fatto conoscere Naspini per la sua Maremma. La Toscana felix, a scavarla, passa dall’ironia alla tragedia, ma preferisce ignorarlo.
C’è una comunità in vigilia elettorale, spaccata come è tradizione, c’è una donna un po’ strega in comunicazione con l’al di là e le memorie che si sono volute cancellare, e ci sono i nostalgici di Baffone che se lo vedono ricomparire inopinatamente: si scoprirà poi trattarsi di fiction, ma la storia non si fa mancare un risvolto noir di sequestro a scopo di estorsione rievocando le imprese dei pastori-banditi sardi immigrati in zona negli anni Settanta. Non solo pecorino…ma poi tutto si risolve in farsa.
L’autore ha messo molta carne al fuoco, e narra con brio. Tra le fonti si cita Marco Lorenzoni per i suoi articoli sul Sardistan, e I racconti di Gallina curato da Mirco Sanchini.
Lodevole esercizio ed ottima lettura ai bordi di una vasca termale, tra Bagno Vignoni e Bagni di San Filippo, per immergersi nel flusso della memoria locale.
(Silvia Calamandrei)