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Riapre la Biblioteca dell’Istituto Italiano per l’Africa e l’Oriente (IsIAO)

Pubblichiamo l’intervento della nostra Presidente Silvia Calamandrei sulla riapertura della Biblioteca dell’IsIAO:

Fondi librari ed archivistici ISIAO alla Biblioteca nazionale di Roma

Il 9 maggio, in pompa magna i nostri Ministeri degli esteri e dei beni culturali si sono reciprocamente ringraziati per il recupero della Biblioteca dell’IsIAO ex IsMEO (Istituto per il Medio ed Estremo Oriente), uno dei pochi enti definiti “inutili” che è poi stato effettivamente soppresso (ben diversamente dal CNEL che ha appena nominato un nuovo presidente). Lo hanno fatto inaugurandone una mostra alla Biblioteca nazionale di Roma, con allestimento anche di un angolo dedicato a Giuseppe Tucci, grande orientalista e collezionista, artefice delle collezioni librarie, documentarie  ed artistiche che erano conservate a Palazzo Brancaccio.

Tali collezioni vengono ora smembrate, destinando la parte libraria ed archivistica alla Biblioteca nazionale e quella museale ad un nuovo Museo delle civiltà da creare accorpando una serie di musei all’EUR, da quello della Civiltà romana a quello dell’Alto medioevo, senza dimenticare quello Etnografico e quello delle Arti e delle tradizioni popolari. L’affinità forse dovuta alla creazione di questo polo museale in epoca fascista, in parallelo alla fondazione  nel 1933 di quel Istituto per il Medio e l’Estremo Oriente che tentava di dare respiro culturale alla dimensione “imperiale” dell’Italia fascista? Colonialisti tardivi e imperialisti da strapazzo, la nostra dimensione degli studi orientalistici è sempre stata asfittica, a differenza delle competenze nel settore archeologico,  fatte salve alcune straordinarie individualità controcorrente, da Tucci a Maraini, che hanno  acquistato statura internazionale e raccolto testimonianze di grande valore.

Paradossale è che in epoca ormai globalizzata non si sia riusciti a trasformare un patrimonio di studi e suggestioni atto ad accogliere nuove schiere di ricercatori con metodi moderni e visione cosmopolita, e che i curatori della liquidazione dell’ISMEO si siano trovati a doverne organizzare soprattutto la messa in sicurezza ed il trasloco di tale patrimonio, a rischio di macero.

C’è  solo da augurarsi che la collocazione alla Biblioteca nazionale di libri ed archivi ed il prossimo trasferimento del Museo d’arte orientale siano il primo passo verso nuovi investimenti in risorse umane, e non si possono che condividere le parole di verità del Sottosegretario Giro, che è stato l’unico a denunciare nella presentazione del 9 maggio lo scandalo e lo spreco di beni comuni preziosi, che potrebbero alimentare la formazione di nuovi profili professionali specialistici, all’altezza delle relazioni internazionali odierne.

Silvia Calamandrei

 

Si rimane perplessi, a dir poco, da certe autocongratulazioni, quando invece dovremmo al massimo sussurrare “era ora”, tenendo presente inoltre l’importanza che il mondo orientale ha assunto oggi.

Duccio Pasqui

 

 

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