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Recensione: Isaia Iannaccone, L’amico di Galileo, BUR 2008

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Isaia Iannaccone, L’amico di Galileo, BUR 2008 (prima edizione Sonzogno 2006)

Un romanzo storico ambientato all’epoca delle missioni gesuitiche presso l’Impero cinese: scienza e fede tra Occidente ed Oriente, il paradosso di un incontro che apre la strada alla divulgazione scientifica osteggiata dall’Inquisizione, mentre l’antica civiltà cinese funzionalizza pragmaticamente gli apporti tecnico scientifici ma rilutta al messaggio evangelico

Ho avuto la fortuna di conoscere l’autore e di ricevere in dono una copia di questo suo magnifico libro sull’incontro tra Occidente e Oriente attraverso la scienza all’epoca delle spedizioni dei gesuiti in Cina.

Isaia Iannaccone ha scritto un romanzo storico pieno di notizie e narrativamente avvincente e guarda caso in Italia non trovò un editore disposto a pubblicarlo. Forse perché il sospetto ereditato dall’epoca dell’Inquisizione nei confronti della scienza è ancora diffuso? Ci sono voluto i francesi a pubblicarglielo e poi ne è seguito il successo anche della versione italiana originale (divenuto un bestseller ha poi incoraggiato Isaia a proseguire nel suo cammino creativo). Quello di Isaia non è il solo caso, del resto (vedi il successo postumo di Goliarda Sapienza con Einaudi che l’aveva rifiutata).
Il bello della sua narrazione di sinologo e scienziato, che si misura con astronomia, botanica e medicina, è che ci mostra come nel Seicento non stessimo messi affatto meglio dei cinesi, quanto ad imperversare dell’oscurantismo: anzi, l’Impero cinese poteva apparire come un miraggio di libertà per intellettuali e scienziati. L’Inquisizione era sempre all’erta, anche nei confronti dei gesuiti ed è bello immaginare che Galileo possa aver affidato ad uno scienziato gesuita le sue Effemeridi per aiutare i cinesi a calcolare con più precisione il loro calendario.
Il romanzo è ormai reperibile solo nell’usato, ma si è trasformato in trilogia, pubblicata da Orientalia,  ed Isaia ci sta preparando un’altra sorpresa.

La narrazione si basa su una ricca documentazione storica e mette in scena personaggi autentici accanto ad alcuni di fantasia. Siamo nel primo Seicento, all’epoca della fondazione a Roma dell’Accademia dei Lincei, ed il cammino della scienza si apre faticosamente la strada nonostante i tanti interdetti e la minaccia del Sant’Uffizio. Il protagonista è uno scienziato tedesco, Johann Shreck detto Terrentius, morto a Pechino nel 1630 (a quanto ci racconta Daniello Bartoli nel libro sulla Cina della Storia della Compagnia di Gesù), e ivi sepolto accanto a Matteo Ricci. Schreck non era solo latore delle ultime scoperte di Galileo, che consentivano di risolvere problemi di calcolo del calendario cinese, ma era un appassionato botanico e medico anatomista, e ha probabilmente contribuito ad un erbario, e ad una nuova edizione illustrata del Ben Cao Gang Mu, trattato cinese di terapia vegetale. Spirito aperto si sarebbe fatto gesuita pur di arrivare in Cina, spinto da curiosità e sete di conoscenza.

Ci auguriamo che il libro venga rieditato e trovi più agevole circolazione.

(Silvia Calamandrei)

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