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RECENSIONE: David Parri, Florido e il Piano K, Componimento misto di storia e d’invenzione, Effigi 2023

David Parri, Florido e il Piano K, Componimento misto di storia e d’invenzione, Effigi 2023

Nel 1948 ci fu sull’Amiata una “insurrezione armata contro i poteri dello Stato”, come sostennero il governo e la stampa governativa dell’epoca? E i turisti che percorrono e fotografano la val d’Orcia oggi sanno che sulla montagna che incombe sulle crete si annidavano pericolosi sovversivi, fin dai tempi ottocenteschi di Davide Lazzaretti?

David Parri ricostruisce un pezzetto di storia de I ribelli della montagna, come titolava un suo studio Gino Serafini, basandosi sui saggi storici che si sono susseguiti e sulla documentazione processuale e di stampa dell’epoca, alternandola alla fiction, con personaggi che vivono in diretta il difficile dopoguerra e le speranze deluse con la vittoria schiacciante della DC il 18 aprile del 1948 e colgono il segnale dell’attentato a Togliatti come una chiamata alla riscossa e alla resistenza.

Il lettore è dunque coinvolto in una narrazione che vede come protagonisti gli abitanti di Abbadia San Salvatore e Pian Castagnaio, ma soprattutto la gioventù e i ragazzini, che parteciparono con più intensità alla rivolta, e in questo modo ci illumina sulle molteplici ragioni che la animarono.  Conosciamo così la vita dura dei minatori, la minaccia di disoccupazione incombente con i licenziamenti annunciati dalla Società mineraria, la miseria delle famiglie contadine, i primi slanci di emancipazione delle donne, che hanno da poco ottenuto il diritto di voto. Conosciamo la memoria di quelle nuove generazioni, che avevano alle spalle l’epopea della resistenza partigiana a cui non avevano fatto in tempo a partecipare e sentivano ancora parlare della predicazione millenaristica di Lazzaretti. E conosciamo il ruolo della Chiesa in quegli anni, con la crociata anticomunista di papa Pacelli e le madonne pellegrine portate in processione contro gli scomunicati che si ispirano a Stalin e a Garibaldi. E viviamo insieme ai protagonisti i loro sforzi per farsi una cultura leggendo il Che fare? di Lenin o il settimanale Noi donne, nello sforzo di alfabetizzazione e educazione della rete delle sezioni del PCI dell’epoca.

È quella rete che anima la battaglia elettorale del Fronte popolare nella primavera del 1948, in una campagna dai toni esasperati da Guerra fredda, in cui intervengono pesantemente la Chiesa e gli Stati Uniti, e che si traduce nella scionfitta del 18 aprile. Ed è a quella rete che verrà imputato per i fatti dell’Amiata un preteso Piano K strombazzato dalla stampa ed utilizzato da Scelba per attuare una feroce repressione, arrestando in provincia di Siena sindaci, dirigenti politici e sindacali ed ex partigiani. mentre si vanno gettando le basi di quella rete Gladio in cui si recuperano tanti ex fascisti per contrastare la minaccia comunista. Al processo (Lucca 1950), in cui gli imputati sono difesi da Lelio Basso, l’imputazione di insurrezione armata decade, ma resta nella condanna a cinque anni di reclusione del segretario PCI di zona Domenico Cini per “istigazione all’insurrezione armata”.  In totale vennero comminati 233 anni per i 147 imputati di Abbadia San Salvatore, Pian Castagnaio e Castiglion d’Orcia con 15 anni agli imputati per l’omicidio del maresciallo Virgilio, nonostante i problemi psichiatrici dell’esecutore e la contraddittorietà delle testimonianze addotte.

Alla repressione sarebbe seguita anche un’ondata di licenziamenti, che la Società mineraria aveva preannunciato dopo il 18 aprile ma congelato per le reazioni sindacali.

Nel capitolo conclusivo ritroviamo il gruppo di amici protagonisti nel maggio 1959, quando la miniera è occupata contro 735 nuovi licenziamenti. Florido, ormai a Firenze, ne legge sull’Unità, in una corrispondenza di Luca Trevisani, e riconosce nelle foto alcuni dei vecchi compagni. La voglia di lottare non si è spenta e riaffiora nelle nuove battaglie, nutrendosi della memoria.

David Parri ci restituisce quella memoria intrecciando storia ed invenzione, secondo un approccio storiografico sempre più in voga, coinvolgente per i lettori.

(SILVIA CALAMANDREI)

 

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