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Le immagini della Grande Guerra di Piero Calamandrei: “Contrasti” di Silvia Bertolotti

Un sapiente intreccio di immagini e parole ed uno scoop nella narrazione della Grande Guerra


Silvia Bertolotti

Contrasti, La Grande Guerra nel racconto fotografico di Piero Calamandrei

Trento, Fondazione Museo storico di Trento, 2017

 

Il “diario visivo” di Calamandrei nella Grande Guerra,  come definisce nella presentazione  l’elegante album fotografico il direttore della Fondazione Museo storico di Trento Giuseppe Ferrandi, è stato ricostruito con lavoro paziente e tenace incrociando la documentazione archivistica conservata a Trento, Montepulciano e Firenze.

Silvia Bertolotti è riuscita a fare un lavoro di raccordo formidabile, prendendo spunto da una scatola cartonata Kodak di fotografie scattate da Piero nella Grande Guerra, che consegnai a lei e Carlo Fantelli una decina di anni di fa , colpita dalla loro  conoscenza appassionata dei luoghi descritti nelle lettere e nelle foto di Piero dalla “zona di guerra”. Dopo una ricognizione sulle montagne del vicentino  e la individuazione dei luoghi dove le foto erano state scattate, Silvia ha attinto alla documentazione consegnata a Trento da Ada Cocci, la vedova di Piero,  nonché a quanto depositato all’Istituto della resistenza toscana di Firenze per moltiplicare il repertorio fotografico. E’ poi passata ad una meticolosa ricerca sulle lettere ad Ada, conservate nell’archivio di Montepulciano,  per integrare i brevi commenti sul retro delle foto alle descrizioni più ampie che ne dà Piero nel quotidiano epistolario con la fidanzata e poi sposa.

Ne è scaturito un volume ricchissimo, di immagini e di parole, con un sapiente intreccio ed un dettagliato commento dell’autrice. Non mancano alcuni scoop, come il ritrovamento della conferenza di Piero al Touring Club di Milano sull’entrata a Trento. E’ una nuova versione di quella che conoscevamo, prima in una lettera ad Ada e poi in una rielaborazione giornalistica. Si tratta di una conferenza con diapositive, in cui Piero attinge al proprio materiale fotografico per supportare il racconto del suo ingresso a Trento su un  sidecar, precedendo gli arrivi ufficiali.

La conferenza, del 7 marzo 1919 si tiene nell’aula magna del Liceo Beccaria di Milano (un’altra a Brescia al Teatro Grande, il 29 marzo) e Piero parla in qualità di capitano, avvocato e professore dell’Università di Modena: sta riassumendo la sua veste civile, ma conserva il ruolo assunto nel Servizio P riconvertendolo alla causa della pacificazione del dopoguerra. Al centro delle sue preoccupazioni, a pochissimi mesi da Vittorio Veneto, è il futuro riservato a coloro che tornano a casa, è il debito che il paese ha contratto nei confronti dei combattenti, in primo luogo i fanti contadini e i giovanissimi  studenti ufficiali di fanteria. Non è ancora il debito verso i caduti che invoca, ma la riconoscenza ai reduci, che torneranno ad occupare alla spicciolata i loro posti nella società.

La narrazione con  diapositive, con una sequenza di immagini cinematografica che accompagna i punti salienti, è una delle tante tecniche messe a punto nella esperienza del servizio P: Calamandrei se ne servirà altre volte, anche dopo la Seconda guerra mondiale, a conferma che nella Grande Guerra maturò la sua formazione di grande comunicatore.

La pubblicazione ha il logo del centenario della Prima guerra mondiale ed è il frutto di collaborazione e sostegno da parte di enti, fondazioni ed istituzioni, tra cui la Biblioteca comunale di Montepulciano “Piero Calamandrei”. Questa corposa ricognizione fornisce agli studiosi nuova materia di studio e riflessione, in un momento di sforzo collettivo di elaborazione di una memoria frutto di tante contrastate e tragiche esperienze.

(Silvia Calamandrei)

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