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Il thriller secondo la Cina: “Il fatale talento del signor Rong” di Mai Jia

Mai Jia

Il fatale talento del signor Rong

Venezia, Marsilio, 2016

Un Alan Turing in versione cinese

 

Presentato dal “Financial Times” come la risposta cinese a John le Carré, questo romanzo non può essere definito una vera e propria spy-story, e si apparenta piuttosto a vicende come quella di Enigma, connesso com’è alla decrittazione di codici. Il protagonista, il matematico Rong, con una personalità quasi autistica, fa pensare ad una versione cinese di Alan Turing, il grande decodificatore della Seconda guerra mondiale e l’inventore del computer. Il tutto però disperso in una narrazione avvolgente e piena di divagazioni, che ci fa conoscere un clan di grandi scienziati alle origini di una prestigiosa università cinese, il suo impegno patriottico prima in funzione antigiapponese e poi antiamericana, e la funzionalizzazione delle ricerche scientifiche ad una politica di potenza e alla competizione militare.

Ne esce fuori un mix bizzarro, una curiosa “cineseria”, che termina con un taccuino attribuito al protagonista che ha andamento onirico: già, perché il geniale Rong è anche un grande interprete di sogni.

Periodicamente in Cina si punta su alcuni libri con valenza internazionale e destinati a trasposizione cinematografica. Lo era stato col Totem del lupo alcuni anni fa; lo è stato di recente con la trilogia fantascientifica di Liu Cixin sui Tre corpi, che ha meritato il prestigioso premio Hugo, e lo è ora con questo romanzo che ha vinto in patria il premio Mao Dun, ed ha avuto diciassette edizioni e cinque milioni di copie vendute.

Va detto che per il pubblico cinese si tratta di generi che non avevano una tradizione nazionale: la fantascienza e il romanzo spionistico venivano in genere tradotti. C’è dunque l’orgoglio di questa nuova esplorazione. Come abbiamo il socialismo “con caratteristiche cinesi” ,ora abbiamo la fantascienza e la spy story “con caratteristiche cinesi”.

 

L’amica Patrizia Liberati, che ne ha tradotto  un racconto per la  rivista “Caratteri 2014” (Le due ragazze di Fuyang),  ci conferma l’enorme  popolarità  di Ma Jia tra i lettori cinesi: potrebbe essere definito ” il Crichton o il Follett cinese”. Dai suoi cinque libri sono stati tratti ad oggi due  film e quattro serie televisive e l’autore è bravissimo nell’autopromozione, soprattutto negli Stati Uniti.

《解密», tradotto con un titolo adattato al pubblico italiano (in inglese Decoded) è il suo primo romanzo, e pare che i successivi siano più fluidi ed appassionanti, meno pedanti nelle dissertazioni matematiche  e nelle divagazioni. Ovviamente il successo cinematografico ha moltiplicato le tirature di questo bestseller “con caratteristiche cinesi”.

Il successo globale è però tutto da verificare, e andrebbero raccomandate traduzioni che tengano conto di tali caratteristiche cinesi: non si può ad esempio indicare Yan’an come se fosse una regione o una provincia, scrivendo “Quando scoppiò la resistenza contro il Giappone,[….]si rifugiarono nello Yen’an”, ignorando che si tratta della famosa base rossa di Mao. Probabilmente il libro è stato tradotto dall’inglese, ma, augurandoci anche numerose edizioni in Italia, è una svista da correggere.

(Silvia Calamandrei)

 

 

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