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Il libro della settimana…dal 26 al 30 gennaio 2009

Diario di un medico nella Grande Guerra

  

Corrado Tumiati

  

Zaino di sanità

  

Gaspari editore Udine 2009

  

  

Nella collana  “Rileggiamo la Grande Guerra” Paolo Gaspari ripubblica le memorie di un medico-scrittore, Corrado Tumiati, scritte nel 1935 ma censurate dal fascismo ed edite per la prima volta solo dopo la Liberazione, a Firenze, nel 1947.

Già insignito del premio Viareggio nel 1931 per Tetti rossi, sull’esperienza dei manicomi, perché Tumiati si vede proibire la pubblicazione di queste memorie, basate sugli appunti presi dal 1915 al ’18?

Tumiati ha fatto la guerra trentenne come ufficiale medico, portandosi il bagaglio dell’esperienza acquisita in campo neuropsichiatrico prima a Siena e poi a San Servolo (Venezia). Fine scrittore ed osservatore, si trova confrontato con le devastazioni psichiche e fisiche indotte dalla guerra, prima come medico nei servizi territoriali, poi in prima linea, sul Carso. Ma l’esperienza forse più traumatica è quella della ribellione di Santa Maria La Longa, nel luglio 1917, un ammutinamento dei fanti della brigata Catanzaro che si conclude con la più sanguinosa decimazione della Grande Guerra.

Di queste vicende dà conto senza retorica, con grande limpidezza e pietà e fin dalla prime pagine sui soldati resi muti dal trauma da bombardamenti ci racconta i “disastri della guerra”.

E’ un pezzo di quella memoria collettiva che si va ancora ricostruendo a un secolo di distanza, grazie ad una storiografia sempre più lontana dalle celebrazioni retoriche e più attenta alle infinite testimonianze di una vicenda che ha coinvolto intellettuali e popolo affratellati dalla stessa tragedia.

Da segnalare il racconto dell’episodio di fraternizzazione tra italiani e austriaci (I nemici), con scambio di sigarette e fiaschi di vino, bruscamente interrotto dalla voce di un superiore, che fa riscomparire i soldati inghiottiti dalle trincee:”E dietro le due file di sacchetti non vi furono che dei soldati decisi a non conoscersi, per potersi odiare tranquillamente”.

Oltre al Tumiati medico, letterato e memorialista, va ricordata la sua attività di infaticabile redattore della rivista “Il Ponte”, a fianco di Piero Calamandrei, proseguita poi fino agli anni Sessanta. Una foto del volume lo ritrae insieme ad Ada e Piero Calamandrei  in un momento di svago: il gioco delle bocce nella villa del Poveromo. E’ a Tumiati che si deve il ritratto psicologico più fine di Piero, nel volume de “Il Ponte” dedicato alla sua memoria.

 (Silvia Calamandrei)

  

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