Skip to content Skip to left sidebar Skip to footer

Dal piccolo al grande: “Nives” di Sacha Naspini

Sacha Naspini

Nives

Roma, e/o,  2020

 

Un nome evocativo di un passato contadino ed una foto in bianco e nero anni cinquanta per farci precipitare all’indietro nel buco nero dei ricordi, in un dialogo telefonico che si stratifica e si proietta all’indietro per far riemergere fantasmi e segreti che hanno accompagnato esistenze disturbate.

Basta una gallina ipnotizzata da una pubblicità televisiva a innescare il tormentone, e i due protagonisti riesumano spezzoni di verità nascosti dalla abitudine allo squallore quotidiano. Siamo di nuovo nella Maremma mitica delle Case del malcontento e questo potrebbe essere un frammento di quel microcosmo nel quale Naspini continua a scavare. Dopo l’ambizione di quell’affresco ha fatto un passo avanti ed uno indietro, proiettandosi nel futuro con Ossigeno, con personaggi giovani e immersi nelle nuove forme di comunicazione, e risalendo a ritroso con due ultrasessantenni attaccati al telefono, immersi nella chiacchiera paesana e nei rancori reciproci.

Sembra che stia cercando il suo ubi consistam e sicuramente la pandemia favorisce il ripiegamento ed il delirio telefonico, con un susseguirsi di sorprese per il lettore.

(Silvia Calamandrei)

« Torna indietro