Skip to content Skip to left sidebar Skip to footer

Un bell’esempio di indagine di storia locale: “Storia demografica del territorio di Norcia nel Settecento”

Siamo particolarmente lieti di poter offrire la recensione di questo interessante testo. Costituisce infatti un serio esempio di come si debba procedere per ricerche di storia locale che ambiscano ad uscire dai confini di una limitata raccolta di fatterelli, senza alcuna indagine critica che cerchi di analizzare la “storia” vera di quel che è accaduto e di inserirla nella “Storia” maggiore, secondo quel che è il vero spirito della Scuola annalistica francese. Siamo consapevoli che il modo di procedere di Piero e Franca, nostri cari amici, richiede tempo, fatica e competenze non sempre disponibili, e per questo non vogliamo criticare chi si dedica alla semplice raccolta di eventi: gli storici debbono tanto a questi “umili” spigolatori di notizie, tra cui figuriamo spesso anche noi bibliotecari di Ente locale. Ma non bisogna mai perdere di vista che la ricerca storica punta ad interpretazioni e inquadramenti ampi e complessi, che solo in quanto tali hanno una vera grande utilità.

(Duccio Pasqui)

 

Piero A. Battaglia e Franca Gigliani

Storia demografica del territorio di Norcia nel Settecento

Arrone (Terni), Edizioni Thyrus, 2013

Non deve sorprendere se sfogliando il volume di Piero Battaglia e Franca Gigliani si passa da una bella riproduzione di un quaderno con i sonetti manoscritti di Filippo Battaglia vergati nel XVIII secolo ad una serie di grafici dalle molte linee che si incrociano e si sovrappongono, tabelle, numeri e cifre. Non deve sorprendere in primis perché è una storia demografica – così come dichiara il titolo – ma la cosa davvero importante di questa ricerca è lo stretto connubio creato dai due autori tra i documenti d’archivio, dai quali sono stati ricavati i dati, e il puntuale quanto corretto esame statistico che è stato fatto su questi dati. Non è una novità che la statistica arrivi in soccorso della storia e delle scienze umane in genere – dalla demografia alla storia economica, dalla codicologia quantitativa (cioè lo studio dei manoscritti medievali dal punto di vista statistico) alla paleografia o diplomatica – ma ciò che mi ha colpito è la quantità di informazioni che i due autori hanno saputo ricavare da notizie scritte su registri e documenti d’archivio. Il metodo è assolutamente scientifico: c’è una ipotesi, vale a dire l’aumento del prezzo del grano implica una minore possibilità di acquisto dello stesso da parte della popolazione; c’è una tesi, il grano a prezzo più alto è meno acquistabile dalla popolazione e quindi una conseguente maggiore mortalità; e c’è una dimostrazione, chiara e manifesta nei grafici. Tale ragionamento non è però astratto e non solidale con la realtà storica che i due autori hanno indagato in quanto nel sonetto manoscritto di  Filippo Battaglia, custodito tra le carte di famiglia, è evidente la polemica politica nascosta tra guerrieri, imperatorii, Ufente e Sertorio, eroi locali (p. 15). Filippo si lamentava e denunciava attraverso la forma poetica e retorica del fogliettante la situazione politica che aveva visto il legato pontificio Altieri arrivare a Norcia e vendere le scorte dei grano ad un prezzo improponibile per molta parte della popolazione.

I due autori partendo da questo “racconto” del loro avo hanno voluto capire meglio il perché di tali affermazioni, si sono chiesti se il loro prozio avesse avuto ragione a lamentarsi e se ciò che raccontava fosse stato reale. Ebbene si, dati alla mano, Filippo Battaglia aveva ben donde di adirarsi. Dopo una utilmente breve, funzionale e sintetica introduzione storica gli autori iniziano a fornirci una serie di grafici che assai bene rappresentano e rendono immediata al lettore la situazione. Attenzione, la semplicità dei grafici non deve trarre in inganno: per realizzare un solo grafico occorre avere a disposizione moltissimi dati affinché esso sia significativo e la raccolta stessa dei dati non è cosa facile laddove i dati sono raccolti in registri storici. Il problema è la univocità e la rappresentatività del data-base che si va a creare e sul quale poi lavorare attraverso incroci, sovrapposizioni, medie, tendenze, percentuali. Gli autori affrontano così molti temi: la mortalità infantile e non, e la sua stagionalità, le età medie delle morti, la natalità che deriva dalla frequenza dei matrimoni. E poi ancora quanto e come il concetto di famiglia ha influito su tali dinamiche, quali le famiglie che si sono alleate tra loro e quali no, la periodicità delle nascite. Insomma uno spaccato davvero curioso e a tratti stupefacente della società media del XVIII secolo nella zona di Norcia, un’analisi precisa che spesso sfocia nel sociologico e/o antropologico. Un’ analisi a tratti anche appassionata ed emozionata, dove è manifesto il coinvolgimento degli autori da una parte nella storia di famiglia e dall’altra nella loro vita lavorativa, Piero Battaglia direttore del Reparto di genetica molecolare dell’Istituto Superiore di Sanità e Franca Gigliani ordinario di Genetica alla Sapienza di Roma. Una sola curiosità mi resta, dettata dalla patologica precisione di chi quotidianamente maneggia carte e documenti e cioè mi sarebbe piaciuto trovare maggiori informazioni su dove sono custoditi questi registri, come sono fatti, e così per il libretto di Filippo.

(Silvia Calamandrei)

« Torna indietro