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Il libro della settimana…dal 9 al 14 febbraio 2010

Camilla Lackberg

La principessa di ghiaccio

Venezia, Marsilio, 2010

Descrizione
Erica Falck è tornata nella casa dei genitori a Fjällbacka, incantevole località turistica sulla costa occidentale della Svezia che, come sempre d’inverno, sembra immersa nella quiete più assoluta. Ma il ritrovamento del corpo di Alexandra, l’amica d’infanzia, in una vasca di ghiaccio riapre una misteriosa vicenda che aveva profondamente turbato il piccolo paese dell’arcipelago molti anni prima. Erica è convinta che non si tratti di suicidio, e in coppia con il poliziotto Patrik Hedström cerca di scoprire cosa si nasconde dietro la morte di una persona che credeva di conoscere. A trentacinque anni, con la sensazione di non sapere bene cosa volere nella vita ma stimolata da un nuovo amore, approfitta del suo status di scrittrice per smascherare menzogne e segreti di una comunità dove l’apparenza conta più di ogni cosa.

(dal sito www.wuz.it)

Un commento

L’erede di Stieg Larsson? Sì e no. La giovane Camilla Läckberg costruisce dei plot noir che per la loro tenebrosità e morbosità si muovono nel solco della trilogia di Millennium. Simile è l’ambientazione nella piccola provincia svedese, che abbiamo visto soprattutto in Uomini che odiano le donne di Larsson. E non dissimile è la costruzione narrativa, per blocchi che rimandano progressivamente l’uno all’altro lasciando al lettore la ricostruzione del filo del racconto, fino alla soluzione, per la verità con qualche elemento scontato che priva della vera sorpresa. Ma le differenze tra Läckberg e Larsson sono grandi. E stanno soprattutto nella costruzione dei personaggi e degli ambienti. Mikael Blomkvist e soprattutto Lisbeth Salander stanno parecchie spanne al di sopra dei simpatici e sicuramente efficaci Patrik Hedström e Erica Falck. Da una parte personaggi moderni, disinvolti, quasi epici, dall’altro figure decisamente flebili, quotidiane, che corrispondono al quadro provinciale nordico. Da una parte uso delle nuove tecnologie, apoteosi dell’hackerismo, grandi problemi dell’oggi (tratta di esseri umani, truffe finanziarie, servizi segreti deviati), dall’altra torbide vicende familiari, violenze domestiche, incesti. Läckberg ha venduto 2 milioni di copie in Svezia, è tradottissima, esce in Italia per Marsilio, l’editore di Larsson. È una lettura gradevole, a volte inquietante, ma difficilmente diventerà il caso mondiale che è stato Larsson. Più una buona prosecuzione del filone nordico di Henning Mankel e Maj Sjöwall e Per Wahlöö che la avvincente metafora dei nostri giorni realizzata da Larsson, di cui non smettiamo di rimpiangere la prematura scomparsa.

(Fabrizio Grillenzoni)

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