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Il libro della settimana…dal 7 al 12 marzo 2011: “La casa della gioia” di Edith Warthon

Edith Wharton

La casa della gioia (The House of Mirth)

Roma, Bookever, 2006

Un romanzo classico il cui titolo in italiano  trae in inganno, visto il il destino tragico dell’eroina Lily Bart, affascinante e intraprendente fanciulla a caccia di fortuna nella corrotta buona società di New York,  travolta dall’avventatezza,  dai suoi stessi scrupoli e dalla maldicenza fino ad essere reietta.

La “casa del mirto” è la casa in festa della citazione biblica dell’Ecclesiaste a cui l’autrice si riferisce, ad ammonimento: “E’ meglio andare in una casa in pianto che andare in una casa in festa; perché quella è la fine d’ogni uomo e chi vive ci rifletterà”. Ed ha un’ispirazione un po’ “puritana”, quella che oggigiorno viene tanto deplorata.

E’ una bella storia di “educazione sentimentale” al femminile da leggere in questa settimana dell’8 marzo, in cui le donne si trovano ancora a battersi per la dignità e la libertà del loro corpo e del loro spirito, sia pure in tutt’altro contesto.

L’analisi in chiaroscuro della protagonista e della società che la circonda è di grande lucidità, è condotta con tocco ironico, ma ha forti toni di drammaticità.

La vocazione della bella e fatua Lily è di aggiungere un tocco di glamour e di frizzantezza ad ogni festino o party a cui sia convitata e le signore dell’alta società newyorkese del primo Novecento se la contendono come decorazione, purchè non interferisca con i loro progetti e distragga i loro mariti senza però insidiarli; tra i nuovi ricchi che vogliono farsi una posizione, la presenza di Lily è un must, tanto che può permettersi di fluttuare tra una ospitalità in una villa di campagna, un party in città ed una crociera nel Mediterraneo, in una posizione di ricercata accompagnatrice.  

In attesa di un’eredità della zia che la ospita, flirta  in cerca di marito, ma non sa decidersi ad accettare pretendenti che non la ispirano o che considera volgari; la sua sensibilità  la spingerebbe nelle braccia di un uomo che ha un atteggiamento critico e distaccato verso la frivolezza e futilità della buona società, ma che non avrebbe i mezzi per mantenerla; è un’affinità elettiva che i due avvertono, ma senza avere il coraggio di incontrarsi veramente.

Lily non è abbastanza cinica per accettare soluzioni di ripiego che soddisferebbero il suo desiderio di ricchezza, ma è troppo ambiziosa per sfuggire al ricatto del bel mondo: accanita consumatrice  di toilettes raffinate e di gioielli, intenditrice di bei mobili e begli arredi, abituata a vivere e a pasteggiare in hotel e ristoranti di lusso, finisce per indebitarsi e trovarsi sempre più dipendente dai suoi ricchi amici e pretendenti. E’ intossicata dal lusso e la sua identità è schiacciata nel rispecchiamento che cerca nello sguardo ammirato degli altri.

Ma c’è un orgoglio, un senso della dignità in Lily, che la fa recedere sempre all’ultimo momento dai compromessi più biechi, e si condanna da sola all’emarginazione. Insomma non è una buona arrampicatrice e perde le buone occasioni per non perdere se stessa. Tenta anche di lavorare come modista, come ultimo ripiego, ma è una sorte a cui non sa adattarsi: ha un destino di protagonista, e non può ridimensionarsi. Attaccata da pettegolezzi e meschinerie, coinvolta in scandali in cui è del tutto innocente, è talmente orgogliosa da non discolparsi e da non contrattaccare, fino a farsi travolgere. Ma il suo percorso verso la rovina la avvicina alla consapevolezza e ad un senso di onestà che le impedisce di perdere la propria dignità: l’ha società l’ha estromessa, ma è lei che finisce per andarsene.

Pubblicato nel 1905, il romanzo conobbe una diffusione straordinaria: 100.000 copie in poche settimane, decretando il successo della sua autrice: per finezza psicologica la Wharton rivaleggia con Henry James, ma con un di più di cattiveria ed ironia ed una vibrazione drammatica che rende Lily ed i personaggi che la circondano estremamente vivi agli occhi del lettore. Una giovane donna che si perde in una società corrotta, avida di successo e di denaro, in una situazione in cui non si intravvedono alternative; molte cose sono cambiate, ma Lily ha ancora qualcosa da dirci.

(Silvia Calamandrei)

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