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Il libro della settimana…dal 31 agosto al 4 settembre 2010 (dopo la vacanza estiva…..) : “La libellula” di Bert D’Arragon

Bert D’Arragon

La Libellula

Pistoia : I.S.R.Pt, [2009]

 

Un curioso libro, La Libellula di Bert d’Arragon, pubblicato dall’Istituto della resistenza di Pistoia, con una prefazione del suo Presidente.

Si colloca a metà tra la ricerca storico-archivistica e la fiction, a segnalare come alla Resistenza si possa guardare ormai oggi come soggetto narrativo: è già avvenuto con molti noir di Guccini e Machiavelli  e di Vichi, con il noir d’inchiesta Un bell’avvenire di Marco Videtta e  con Il vento contro di Stefano Tassinari (Tropea 2008), sugli scontri tra stalinisti e troskisti  nel maquis francese.

A colpirci è l’ambientazione a Montepulciano, da cui si dipana e dove si conclude il filo della narrazione, e la scelta di mettere al centro una coppia omosessuale e le sue peripezie nella resistenza al fascismo.

E’ nella Montepulciano di oggi che parte la ricerca a ritroso su materiali archivistici che documentano la vicenda drammatica e un po’ da feuilleton di un nonno ritrovato  a distanza di decenni dal nipote studente al Liceo Poliziano, instradato nella ricerca da un professore impegnato che ci ha già fatto una tesi sopra.  Non mancano i colpi di scena, con lettere ritrovate in un convento di suore e memoriali di prostitute, che si vengono ad aggiungere ad una autobiografia romanzata; la narrazione alterna la terza persona alla presa diretta dei materiali, anch’essi però di fantasia.

E’ questo che depista nella lettura e rende perplessi, tanto più per la vastità del periodo storico affrontato, che va dalla marcia su Roma e l’assassinio di Matteotti  agli ultimi episodi della resistenza a Montepulciano, con l’impiccagione del patriota Marino e le trattative sugli ostaggi condotte dal vescovo Giorgi.

La mescolanza di fatti reali e documentati e fantasia non è sempre felice e può  lasciare disorientato un lettore inesperto, mentre alcune ricostruzioni delle vicende di “Giustizia e libertà” appaiono un po’ didascaliche e soprattutto bizzarra è l’attribuzione della nascita del gruppo all’opera di un misterioso intellettuale francese. 

La tematica del vissuto di un amore gay nel fascismo, pur nella sua novità,  rischia di non essere sempre storicamente calibrata, proiettando situazioni dell’oggi in un contesto che la ricerca storica ha cominciato ad esplorare solo da poco ( come ad esempio L’omosessualità nell’esperimento totalitario fascista di Benadusi, Feltrinelli 2005, o la ricerca di Giartosio e Goretti sugli omosessuali confinati alle Tremiti).

Bert  D’Arragon, è arrivato in Toscana dalla Germania nel 1985 e qui si è stabilito, laureandosi a Firenze in archeologia; attualmente è Presidente dell’Arcigay Toscano.

Una delle sue prime tappe in Toscana è stata Montepulciano, raggiunta in bicicletta: le descrizioni del paese e dei dintorni sono accurate e testimoniano l’innamoramento per questi luoghi. L’avremo ospite presto per discutere più approfonditamente con lui del suo romanzo, anche alla luce della “memoria storica” stratificata, custodita e studiata nei nostri Archivi.

A distanza d più di cinquant’anni stiamo ancora ricostruendo i dettagli delle vicende della Resistenza nel nostro territorio ed un preziosissimo contributo ce lo stanno dando le carte del leggendario comandante Ciclone della battaglia di Monticchiello, Lidio Bozzini, donate al nostro Archivio.  Una opportunità per confrontare realtà storica e fiction, a cui l’opera di Bert d’Arragon ci stimola.

Silvia Calamandrei

 

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