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Una intervista a Sacha Naspini, l’autore de “I Cariolanti” (Libro della Settimana dal 15 al 20 febbraio 2010)

Sacha Naspini

i Cariolanti

Roma, Elliot 2009

Intervista a Sacha Naspini, autore de I Cariolanti

Abbiamo chiesto a Sacha Naspini di chiarirci alcuni aspetti del suo intrigante romanzo noir, già recensito sul nostro sito

C’è una ragione per aver scelto l’arco temporale che va dalla Grande Guerra al secondo dopoguerra per la storia di Bastiano? è una storia fuori della contemporaneità, ti serviva proiettarla nel passato?

Assolutamente sì. Il periodo storico che fa da palcoscenico alla vicenda di Bastiano era perfetto per adattare la voce che stavo usando. Inoltre offriva tutti gli agganci del caso – guerra, fame, disperazione, corsa all’adattamento. Il registro narrativo sarebbe stato improbabile se inserito nella nostra contemporaneità. Inoltre è un periodo storico che in qualche modo ho assorbito bene sin da piccolo (sai, le storie di mia nonna eccetera), quindi la cornice ce l’avevo di polso; mi è bastato disegnarci una storia dentro.

E l’idea di nascondersi sotto terra, in una buca, ti è stata ispirata da episodi che hai sentito raccontare?

No, nessun riscontro reale. Se non certe “tane di balzello” che a inizio secolo scorso venivano costruite dai cacciatori qui nella mia zona – io le ho prese e adattate alla contingenza della storia, per creare l’imprinting di cui avevo bisogno per Bastiano.

Hai assunto il punto di vista di un personaggio che si caratterizza per una brutalità animalesca, un’anima semplice, con un imprinting segnato dall’infanzia nella buca. E’ un modo di scavare sotto la superficie della Toscana felix e civile?

Quello che mi premeva portare in superficie, era una storia che parlasse dei “piegati” di quel periodo. Poi certo, la narrazione verte su toni neri e di bestialità, ma ho sempre cercato di stare dalla parte dell’istinto animale puro – Bastiano non uccide mai in modo gratuito, lo fa come una bestia braccata, per difendersi, usando i suoi giocattoli emozionali che ha assorbito in maniera trasversale, sin dai tempi della buca nel bosco. Certo, c’è anche l’incontro/scontro con la borghesia del tempo, quando dopo anni Bastiano va a cercare la sorella.

Quello è forse il punto in cui i cardini della storia possono dare l’impressione di tremare, per incanalarsi bene verso il finale che avevo scelto – una narrazione circolare, che dato un punto di partenza, ci facesse fare un giro nel “mondo di fuori” per poi tornare lì, con il bagaglio dell’esperienza trasversale. La mia scelta è stata assolutamente appoggiata da Massimiliano Governi, mio editor in Elliot per la collana Heroes; avevo scelto di tenere tesa la visceralità, e lui mi ha dato man forte senza neanche pensarci un momento.

 (Intervista a cura di Silvia Calamandrei)

Per ulteriori informazioni si può consultare il sito dell’Autore:

 http://www.sachanaspini.eu/

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