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Pubblico e privato alla caduta del Fascismo: “Peccato mortale” di Carlo Lucarelli

Carlo Lucarelli

Peccato mortale

Torino, Einaudi, 2018

 

Torna il commissario De Luca, protagonista delle indagini di una trilogia precedente (Carta bianca, L’estate torbida e Via delle Oche) , ambientata tra fascismo e post-fascismo.

Lucarelli non è il solo ad evidenziare elementi di continuità, soprattutto nella “zona grigia” dell’amministrazione e della polizia, come ci ha ben raccontato Guido Melis nella “Macchina imperfetta” (Il Mulino 2018, Premio Viareggio saggistica). Stavolta sceglie come snodo addirittura il passaggio cruciale tra 25 luglio ed 8 settembre, tra caduta del regime e nascita della repubblica di Salò, durante il quale il commissario sembra appassionarsi più a risolvere il mistero delle teste tagliate e a seguire piste che portano a svelare la corruzione ed il malaffare diffusi tra i gerarchi locali, che a interessarsi di quanto sta avvenendo nel paese.

Un ritratto del’italiano medio cui la Storia passa sopra la testa e non si accorge delle scelte radicali che altri vanno compiendo? Ma De Luca è troppo dedito alla professione per risultare tipico, e rinuncia pure alla sua benamata Lorenza pur di risolvere il caso.

Un “romanzo storico” come i tanti che escono in questo periodo, nei quali gli autori mescolano fiction e documentazione, con più o meno capacità di fondere i due livelli e di rispettare la ricerca della verità storica. Lucarelli ce ne preannuncia altri, facendosi condurre per mano dal suo Commissario per addentrarsi nel periodo più buio della guerra e poi di nuovo negli anni Cinquanta.

(Silvia Calamandrei)

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