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Per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia: Banti presenta “Sublime patria nostra”

La presentazione di Banti ai Licei Poliziani il 16 febbraio: un testo controverso e per questo stimolante

 

Alberto Mario Banti, Sublime madre nostra, Laterza 2011

 

Alberto Mario Banti, storico del Risorgimento ed autore di antologie e saggi che sono oggetto di studio nel programma di ricerca del liceo Poliziano coordinato dalla professoressa Sandra Mariani., ha incontrato il 16 febbraio gli studenti delle classi superiori del Liceo, nell’Aula magna.

E’ stata l’occasione per presentare le linee interpretative del suo più recente saggio, piuttosto controverso, che contesta l’opportunità di riproporre l’epopea risorgimentale come cemento della nostra identità di cittadinanza.

Banti sostiene che il sistema di valori risorgimentale induce a pensare “la nazione come parentela, come discendenza di sangue, come memoria storica esclusiva e selettiva, come valorizzazione di narrazioni belliciste e maschiliste” e mette in dubbio che la repubblica “abbia bisogno di una identità nazionale”. L’attrezzatura per affrontare le sfide della globalizzazione, dell’emigrazione, del multiculturalismo andrebbe piuttosto trovata nella Costituzione del 1948.

Secondo Banti la presidenza Ciampi avrebbe messo in campo contro i propositi secessionisti della Lega una rivisitazione degli ideali nazional patriottici classici, in linea di continuità con l’universo simbolico nazionalista come si è costruito dal Risorgimento al fascismo. Per dare un esempio concreto della retorica risorgimentale, Banti ha letto ai ragazzi il passo del Cuore che commenta anche nel suo saggio, ad evidenziare l’educazione nazionalistica impressa alla gioventù.

Nel dibattito che è seguito, le domande si sono concentrate sul federalismo, sul carattere élitario o di massa del Risorgimento, sulla identificazione dei patrioti risorgimentali con la retorica mobilitativa impiegata, sul ruolo del papato rispetto alla costruzione dello stato nazionale e sulle diverse anime del Risorgimento.

E’ stato anche ricordato che l’approccio scelto a Montepulciano per celebrare i 150 anni di unità, raccogliendo l’appello di Ciampi, è stato proprio quello di ricostruire il percorso dal 1861 ad oggi, dall’unità risorgimentale alla patria ritrovata nella resistenza e nella costruzione della repubblica, con la Costituzione come punto di riferimento della cittadinanza odierna. Il titolo del taccuino laico di Ciampi Non è il paese che sognavo, ed i suoi messaggi ai giovani poliziani, sono un incoraggiamento ad assumersi responsabilità per il futuro della nostra comunità democratica.

(Silvia Calamandrei)

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