Libri ricevuti: “Ichnusa” di Bert d’Arragon
Bert d’Arragon
Ichnusa
Merano, Edizioni Alpha Beta, 2012
Un grande amore per l’Italia e per la sua gente traspare dai romanzi di Bert d’Arragon: se nella Libellula era la Toscana scoperta al suo arrivo nel bel paese, e scavata a ritroso nella storia del ‘900, in Ichnusa è la Sardegna dei nuraghi e dei borghi, degli scavi archeologici e dei traffici della malavita, con la sua gente fiera e scostante che accoglie gli stranieri venuti dal “continente” o dall’ Europa con la sua generosa diffidenza.
Bert si è fatto italiano e si è immerso nei mille problemi del paese, dalla tematica dei diritti degli omosessuali a quella dei preti che non possono sposarsi, dall’incombere della minaccia della droga al rischio che i giovani si perdano nella corsa al guadagno facile: ce ne dà uno spaccato in questo intreccio avventuroso, dove attorno al recupero archeologico di una chiesa bizantina si dipanano tante storie e tanti personaggi descritti con grande umanità. Quello che si può rimproverare a Bert è un eccesso predicatorio di politically correct, dalla causa dell’amore gay a quella del contrasto tra vocazione religiosa ad amore terreno, dalla problematica della donna emancipata che non vuole sottomettersi a logiche familiari al tema dei giovani e della loro difficile crescita in una società piena di minacce. Il romanzesco sconfina spesso nel saggistico, tanta è l’ansia documentaria di questo tedesco che scrive in italiano e trasfonde nella scrittura la ricca esperienza accumulata nella sua vita di impegno, militanza e cultura. C’è tutta la sua competenza di archeologo e quella di funzionario impegnato nella redazione di progetti culturali per concorrere ai fondi europei, e c’è la sua umanità nell’osservazione di tante sfaccettature dell’Italia di oggi.
Presenteremo il libro il 26 ottobre prossimo, in un faccia a faccia con Sacha Naspini, il giovane toscano che si distingue invece per la sua sfida al politically correct.
Scenario che accomuna Ichnusa e Le nostre assenze il ricco patrimonio archeologico delle nostre regioni, minacciato da tombaroli più o meno professionali, che danno origine a trame noir.
(Silvia Calamandrei)