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Italia in sospeso tra passato e futuro: “Borgo Sud” di Donatella Di Pietrantonio

Donatella Di Pietrantonio

Borgo Sud

Torino, Einaudi 2020

 

Se avete amato L’Arminuta non potete perdervi il seguito di un’aspra e dura storia familiare ambientata tra l’Abruzzo profondo e Pescara, divisa tra il quartiere vecchio dei pescatori e la moderna espansione urbana. Al centro il legame forte e contrastato tra due sorelle, che si sostengono pur nella diversità delle scelte di vita. Emancipazione attraverso l’ascesa sociale e la cultura da un lato, ribellione ed anarchismo vitale dall’altro.

Il percorso divaricato ed il legame profondo ricorda vagamente quello delle due amiche della Ferrante, Lenù e Lila, ma con ben altro stile asciutto e scabro e accento di verità sofferta.

L’autrice scava nella vita di provincia, nelle radici e nelle relazioni familiari, con uno scalpello chirurgico che incide e offre ritratti autentici di personaggi che intrecciano le loro vite difficili.

I piani temporali si alternano, tra il presente di una docente universitaria di letteratura italiana a Grenoble che rientra per un incidente occorso alla sorella, e il passato della famiglia d’origine, l’adolescenza delle sorelle e i matrimoni, l’irruzione prepotente della sorella nella vita adulta e il riallacciarsi di una relazione che oscilla tra lo sgomento e l’ammirazione. Un borgo di pescatori in via di estinzione, che conserva solidarietà e orgoglio identitario, una coppia di vecchi contadini privi di empatia verso i figli che si sono allontanati, una Pescara dei bar, dei ristoranti di lusso e dei locali notturni in cui si aggira inquieto il marito odontoiatra in cerca di se stesso.

Stavolta il dialetto è usato solo nei dialoghi, ma la lingua è molto vicina all’oralità. Spiccano due figure di madri, la madre contadina delle sorelle e la madre del pescatore, l’una scostante e nemica ma riscoperta al funerale nelle parole di stima degli altri, l’altra accogliente ed accudente anche nei confronti della nuora. Un augurio di pace e di speranza per il giovane nipote conclude una narrazione intensa e mai banale.

(Silvia Calamandrei)

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